Avviamento e beni immateriali dell’azienda: l’avviamento è considerato una “qualità immateriale” facente parte del patrimonio dell’azienda. Immateriale significa che non si può toccare con le mani, ma esiste poiché è determinato da una serie di fattori propri dell’azienda. Sia la dottrina che la giurisprudenza hanno molto discusso a proposito dell’avviamento e del suo essere una qualità dell’azienda, specificando che l’avviamento era spesso identificato con la clientela dell’azienda: più era alto il numero di clienti dell’azienda e più, si diceva, “era avviata”.
Allo stato attuale, questa definizione di avviamento è stata ampliata poiché con questo termine viene identificata non solamente la clientela acquisita dall’azienda ma anche una serie di altri fattori che determinano il successo dell’azienda e che non hanno nulla a che fare con il numero di clienti dell’azienda stessa. Questi altri fattori che intervengono per definire l’avviamento sono i seguenti:
Avviamento: i fattori che ne determinano il valore
Come abbiamo appena introdotto, ci sono altri fattori che determinano la creazione dell’avviamento e che, nel tempo, influiscono sul valore dell’avviamento dell’azienda. Questi fattori sono:
- l’organizzazione interna
- la capacità gestionale dell’imprenditore
- la localizzazione
- la notorietà
- il brand
e altri ancora. E’ evidente che nella definizione di avviamento entrano tutti quei fattori che, se vengono considerati separatamente, hanno poco rilievo ma se vengono considerati come un tutt’uno allora danno “valore” all’azienda che li possiede poiché tutti insieme determinano la possibilità dell’azienda di generare utili nel medio-lungo termine.
E’ infatti proprio l’avviamento la principale differenza tra un’azienda di nuova costituzione e una già presente sul mercato: un’azienda avviata è quella che, possedendo i requisiti elencati sopra, è in grado di attirare i clienti e di generare profitti perché fa leva su una serie di qualità immateriali che è stata capace di creare nel tempo. Tutti i requisiti visti sopra che partecipano alla determinazione del valore complessivo dell’avviamento sono chiamati “beni immateriali” (clicca qui se vuoi sapere cosa sono i beni immateriali).
Avviamento e valore di avviamento
Come appare chiaro, l’avviamento ha un ruolo determinante nella fase di acquisto di un’azienda: chi compra un’azienda “avviata” (per i motivi visti sopra) deve riconoscere un valore economico proprio a questa attitudine che ha l’azienda di generare profitti. Infatti, proprio per questo motivo, l’avviamento di un’azienda è oggetto di valutazione economica in fase di valutazione aziendale, nel caso di cessione (se vuoi approfondire la valutazione aziendale, clicca qui). Ciò significa che se io voglio vendere la mia azienda avviata, chi la compra mi deve pagare una somma (da definire in sede di valutazione) per l’avviamento.
Chiarito cos’è l’avviamento, vediamo perchè viene chiesta la sua indicazione all’interno di un business plan. Specificare l’avviamento in un business plan per una nuova iniziativa, serve per definire il tempo entro cui l’iniziativa stessa sarà avviata e inizierà a generare profitti.
Questa considerazione ha a che fare con le previsioni economico-finanziarie: chi presta i soldi a qualcuno, è interessato a sapere entro quanto tempo questo qualcuno è in grado di restituirglieli: vuole, cioè, sapere, il tempo che ci vuole per iniziare a generare profitti.
Questa specificazione è molto importante poichè è legata alla bontà di un’iniziativa imprenditoriale: migliori sono le previsioni relative alla produzione di profitti, più breve è il tempo di avviamento. Attenzione però: mai mettere nel business plan previsioni di profitti “stellari” che si conseguono in breve termine, altrimenti il business plan perde di credibilità!!! Tu mi crederesti se ti dicessi che ho un’idea d’impresa fantastica che mi farà fare profitti altissimi in soli 3 mesi? Io no, non mi crederei… Diciamo che la “promessa” di immensi profitti fatti in breve termine (3-6 mesi) è più che altro uno specchietto per le allodole, e a questa “promessa” ormai continuano a credere veramente in pochi…
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