Business Plan e finanziamenti alle imprese

Business Plan e finanziamenti alle imprese.
Business Plan e finanziamenti alle impreseQuesto, probabilmente, è uno degli aspetti più controversi nell’ambito della gestione aziendale.

Solitamente, infatti, la maggior parte degli imprenditori, degli aspiranti imprenditori e dei liberi professionisti non riserva un’adeguata importanza al Business Plan. E, quando questo accade, le imprese si ritrovano a secco di liquidità per effettuare gli investimenti necessari per innovarsi, crescere e prosperare.

Ma perché gli imprenditori sono così refrattari a sfruttare il potenziale di questo strumento e ad utilizzarlo come se fosse un “grimaldello” per aprire le porte del credito? Perché, nel 2022, il Business Plan non riesce ancora a trovare una sua collocazione negli interessi prioritari dell’imprenditore?  

Business Plan e finanziamenti alle imprese: un gap culturale

Quando si parla di Business Plan e finanziamenti alle imprese, di solito, iniziano alcuni tipi di “guai”. La redazione del Business Plan, infatti, è percepita come una scocciatura da parte dell’imprenditore. Proprio per questo, è considerata una cosa da delegare a qualcuno a patto che questo “qualcuno” non chieda troppi soldi e non crei troppi problemi. 

Questo accade per un motivo abbastanza preciso: gli imprenditori italiani sono vittime di un “gap” culturale che, in molti casi, li tiene fermi al palo. In Paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra e altri il Business Plan è una specie di “mantra” da recitare prima di fare qualsiasi cosa.

Soprattutto quando si tratta di chiedere (e ottenere) fondi…

Realtà come Google, Facebook, Amazon e tantissime altre hanno visto la luce in un business plan prima di vederla nel famoso “garage” in cui sono nate. Si, certo…Sto parlando di multinazionali dai fatturati miliardari e che, praticamente, hanno il monopolio nei rispettivi settori di riferimento! Lo capisco…

Ma capisco anche che, tra un’azienda che nasce in un garage e che diventa un colosso di livello mondiale e un’azienda che, invece, resta in quel garage, c’è di mezzo proprio la pianificazione strategica. Ossia la redazione del business plan.

Si tratta di una questione culturale. E, adesso, vediamo il perché.

Il business plan e la pianificazione strategica.

Come ho avuto modo dire fin troppe volte, il Business Plan è lo strumento della pianificazione strategica e, proprio per questo, riveste un ruolo fondamentale nell’ambito della gestione. Altro che “scocciatura”…

Ovviamente, per capire la portata di quanto ho appena scritto è necessario capire (e sapere) cos’è la pianificazione strategica. “Pianificazione” e “strategica“: due parole che, messe insieme, sono in grado di trasformare qualsiasi idea in un successo!

Detta in due parole, la pianificazione strategica può essere sintetizzata in questa immagine:

Business Plan e finanziamenti alle imprese

La questione, come vedi, è abbastanza semplice: si tratta di definire dove sei adesso, dove vuoi arrivare e COME vuoi arrivarci. Per capirci, facciamo un semplicissimo esempio.

Adesso sei a Roma e devi andare a Milano; quindi c’è la situazione iniziale (dove sei adesso, a Roma) e quella finale (l’obiettivo, cioè arrivare a Milano). In un altro articolo ho parlato della definizione degli obiettivi secondo il metodo “SMART” (clicca qui per approfondire).

Bene: una volta definito dove sei e dove vuoi arrivare non ti resta che decidere il COME ARRIVARCI, cioè quale mezzo usi per andare da Roma a Milano. Il “come” arrivare all’obiettivo è la parte più importante della pianificazione strategica poiché ha a che fare con la “strategia” che hai in mente per arrivare all’obiettivo.

Pianificazione strategica e “strategie”.

Quando si parla di “strategie” ci si riferisce all’insieme delle decisioni che devi prendere per arrivare al tuo obiettivo. In pratica, quindi, si tratta di decidere quale messo vuoi prendere per andare da Roma a Milano.

E, qui, si aprono tantissime possibilità che devono, però, essere valutate in base ad una serie di parametri. Infatti, se vuoi andare da Roma a Milano, puoi decidere di prendere il treno o l’aereo. Però, puoi decidere anche di andarci in automobile oppure in moto. Forzando un po’ l’esempio, puoi andarci anche in monopattino, in skateboard oppure anche a piedi!!!

Insomma… Per andare a Milano, partendo da Roma, puoi usare varie “strategie”. 

Nell’ambito di queste strategie, tuttavia, devi scegliere quella più efficace ed efficiente e che sia in linea anche con i soldi che hai in tasca e con un altro po’ di cose. Infatti, puoi decidere di andare in automobile e di affittare una Rolls Royce con autista pagando 5.000 euro il tragitto andata/ritorno.

Oppure, puoi decidere di pagare 10.000 euro e affittare un Jet privato così non sei costretto ad adeguarti agli orari delle linee aree. Vuoi partire alle 7 di mattina e tornare alle 23 dello stesso giorno? Bene! tiri fuori 10.000 euro e il Jet privato con pilota sono a tua disposizione per tutto il giorno.

Business Plan e finanziamenti alle imprese

 

Nell’ambito della scelta della strategia, mi pare chiara una cosa: se non hai cinque o diecimila euro da investire per andare a Milano in Rolls Royce o in Jet privato, devi cambiare strategia. Punto. 

Business plan e finanziamenti alle imprese: la definizione delle strategie.

Quello che hai appena letto è il succo della pianificazione strategica e di quello che accade nell’impresa.

Una volta definiti gli obiettivi, infatti, l’imprenditore deve sempre fare i conti con i MEZZI che ha a disposizione per raggiungerli. Non si tratta di soli mezzi finanziari (cioè i soldi) ma anche di mezzi tecnici, organizzativi e commerciali. Quindi, appare chiara una cosa: 

Business Plan e finanziamenti alle imprese

Se i mezzi non sono adeguati, non si possono adottare strategie opportune. Se non hai i soldi per noleggiare una Rolls Royce o un Jet Privato, non puoi andare da Roma a Milano in Rolls Royce o in Jet Privato ma ci devi andare in treno oppure con un aereo di linea (che non costa 10.000 euro).

Quando non hai soldi per pagare una campagna pubblicitaria sulla RAI o su Mediaset, non puoi fare pubblicità sulla RAI né su Mediaset ma dovrai accontentarti di reti minori, magari a diffusione regionale e non nazionale.

Se stai sviluppando il nuovo prototipo del tuo prodotto ma non hai i soldi per terminare la fase di ricerca e sviluppo, non potrai perfezionare il tuo prodotto. E, di conseguenza, non potrai metterlo sul mercato perdendo opportunità di profitto e di crescita.

Se il tuo obiettivo è far crescere la tua rete commerciale ma non trovi professionisti all’altezza della situazione, sarà difficile raggiungere il tuo obiettivo. Se vuoi investire in nuove tecnologie ma le infrastrutture del tuo Paese non sono adeguatamente sviluppate, non puoi realizzare questo obiettivo. 

Il Business Plan per la richiesta di finanziamenti.

Insomma…Mi sembra chiaro che, se vogliono nascere, crescere, innovarsi e svilupparsi, le imprese hanno sempre bisogno di soldi e di mezzi! Funziona così da sempre, altrimenti staremmo ancora con la clava in mano piuttosto che comunicare con il mondo intero tramite un telefono e una connessione WI-FI!

Ed è proprio a questo punto che emerge il nesso tra il business plan e i finanziamenti alle imprese. Con il passare del tempo il Business Plan ha assunto sempre di più il ruolo di “grimaldello” necessario per scardinare le casse di un potenziale finanziatore. Infatti, come la prassi insegna, ogni volta che un imprenditore va a chiedere un finanziamento ad un potenziale finanziatore, questi gli darà sempre la stessa risposta:

“OK! PRIMA PORTAMI IL BUSINESS PLAN E, POI, VEDIAMO…”

Non importa se il potenziale finanziatore è una banca, la Pubblica Amministrazione italiana, l’Europa, un fondo di private equity o chiunque altro. 

L’unica cosa che importa è che qualsiasi potenziale finanziatore, prima di aprire il portafogli e sganciare i soldi che gli hai chiesto, vuole avere alcune informazioni su di te, sul tuo business, sui tuoi soci, sulla tua idea di business e su un altro po’ di cose.

E se tu non gli dai tutte queste informazioni, il finanziamento te lo puoi scordare.

Il Business Plan e la cultura d’impresa

Ecco perché dico che la redazione del Business Plan è una questione “culturale”. Nel nostro Paese, purtroppo, la cultura della pianificazione non è ancora estesa come lo è in altri Paesi che hanno una tradizione imprenditoriale anche più importante della nostra. Nel nostro Paese la redazione del Business Plan è vista ancora (troppo) come una scocciatura o come una tortura alla quale l’imprenditore deve sottoporsi controvoglia.

Se, in Italia, il Business Plan fosse considerato per quello che è veramente (e, cioè, lo strumento più importante della pianificazione strategica), quasi certamente tantissime imprese non si troverebbero nelle condizioni in cui si trovano. Così come, se le imprese italiane adottassero il Business Plan come strumento abituale di pianificazione, troverebbero le porte dei potenziali finanziatori sicuramente più aperte. E troverebbero il potenziale partner finanziario più disponibile a concedere il suo aiuto.

Ricordo che ogni impresa, se vuole crescere e prosperare, prima o poi si trova costretta a chiedere un aiuto finanziario ad un potenziale finanziatore. E ricordo che ogni potenziale finanziatore, prima di aprire i rubinetti, vuole avere una certa quantità di informazioni.

Se due + due fa ancora quattro, le conclusioni da trarre sono abbastanza chiare…

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