Come si fa un business plan?
Questa è la domanda che mi pongono, praticamente, tutti gli imprenditori e gli aspiranti imprenditori ogni volta che esce l’argomento “Nuova idea di Business“.
La stessa domanda mi viene fatta ogni volta che si parla di “finanziamenti per la mia impresa“. E, ancora, quando si parla di finanziamenti pubblici, finanziamenti europei e finanziamenti bancari.
Ma perché, ogni volta che si parla di imprese e di soldi, esce fuori sempre questa domanda?
Ti rispondo in questo articolo.
Come si fa un Business Plan?
Partiamo dall’inizio e cerchiamo di capire una cosa importantissima. Il Business Plan è il progetto di un’idea imprenditoriale. E, come tutti i progetti, deve mettere in evidenza una serie di cose secondo uno “schema” di presentazione ben definito. Questo schema ha a che fare con la logica ed il buon senso. Vediamo perché.
Immagina che io sia un imprenditore e che tu sia il direttore della mia banca oppure il responsabile della Pubblica Amministrazione che deve concedermi un finanziamento. Immagina che io debba fare un investimento e che, per realizzarlo, io abbia bisogno di 200.000 euro.
Ci sei? Bene…
Quindi, vengo da te e ti dico: “Buon giorno Sig. Direttore della banca (oppure sig. Responsabile della Pubblica Amministrazione): devo fare un nuovo investimento e mi servono 200.000 euro!”.
A questo punto, quali sono le prime due domande che mi fai? Si, esatto…
Le prime due domande: l’aspetto fondamentale.
La prima domanda è (o dovrebbe essere): “Cosa ci devi fare con questi 200.000 euro?“. A questo punto, io ho due risposte possibili. O ti dico “Devo fare un investimento…” e rimango sul vago, senza darti una risposta e lasciandoti con il dubbio. Oppure ti dico per filo e per segno a cosa mi servono questi 200.000 euro, cosa ci devo acquistare e perché lo devo acquistare. Ma non solo: ti dico anche quali sono le motivazioni di mercato che mi hanno spinto a decidere di fare questo investimento e ti presento una serie di dati all’interno di un piano di marketing. Poi, ti dico anche chi è coinvolto in questo investimento e ti racconto tutto il processo produttivo che devo mettere in piedi grazie al nuovo acquisto.
A questo punto, mi pare evidente che le due situazioni sono un “pochino” differenti. Sei d’accordo, vero? Da una parte una risposta vaga, dall’altra una risposta esauriente ed esaustiva…
A questo punto, scatta la tua seconda domanda (ricorda che dovresti prestarmi 200.000 euro…): “Sei in grado di restituirmi questi soldi?“. Anche in questo caso, posso dirti un vago “Certo che si!!!” senza portare dati utili a credere a questa cosa. Oppure, posso portarti uno bilancio di previsione definito nei suoi dettagli e ti posso mostrare la redditività della mia idea di business.
Anche in questo caso, c’è una differenza abissale tra i due tipi di risposta. Una è vaga, l’altra è precisa ed è accompagnata da dati credibili, coerenti e veritieri.
Come si fa un Business Plan? Ecco la risposta…
A questo punto, mi sembra del tutto evidente che il tuo approccio alla mia richiesta (dei 200.000 euro…) cambierà completamente in base alla risposta che ti arriva. Ed è esattamente a questo punto che posso darti la risposta alla domanda: “Come si fa un business plan?“.
Un business plan si fa seguendo quello “schema logico” di cui ti ho detto poco fa. Questo schema logico ha a che fare con una serie di domande che ti farà la persona alla quale stai chiedendo i soldi per fare il tuo investimento. Infatti, le due domande che ti ho scritto sopra te le ho scritte per un motivo ben preciso.
Si tratta delle prime due domande di buon senso che ti farà chiunque al quale chiederai soldi per la tua attività! Per questo ho voluto farti immedesimare nei panni del Direttore della banca o del Responsabile della Pubblica Amministrazione che deve concedermi un finanziamento.
TU, presteresti i soldi a qualcuno se questo Sig. “Qualcuno” non ti dicesse cosa ci deve fare e se è in grado di restituirteli? Io credo di no, perché di mezzo c’è il buon senso. Ecco perché devi sapere che una banca o la Pubblica Amministrazione ragionano esattamente nello stesso modo…
Il Business Plan e lo “schema logico”.
A questo punto, mi pare evidente che, dopo le prime due domande, il Direttore della banca o il tipo della Pubblica Amministrazione, inizieranno a fartene un altro po’. Ed è proprio a questo punto che scatta “lo schema logico“.
Come per le prime due, si tratta di domande fatte per capire chi sei, cosa fai, qual è la tua storia imprenditoriale (se ce l’hai) e in cosa consiste la tua idea di business. Ma non solo.
Ti chiederanno anche da chi è composta la compagine sociale della tua impresa. Ti chiederanno di spiegare il contesto di mercato nel quale si inserisce la tua idea e, quindi, ti chiederanno di presentare un piano di marketing dettagliato in ogni sua parte. Vorranno sapere chi sono i tuoi potenziali clienti e quali sono le loro caratteristiche. Vorranno sapere chi sono i tuoi concorrenti e come operano sul mercato. Ti chiederanno di spiegare le fasi del processo produttivo che contraddistingue la tua attività e ti chiederanno di spiegare quali sono i tuoi obiettivi.
Ma le domande non saranno finite qui! Infatti, vorranno sapere se hai i mezzi necessari per raggiungere i tuoi obiettivi e, soprattutto, ti chiederanno di spiegare quale strategie hai in mente per conseguirli. In pratica, ti chiederanno di esporre la pianificazione strategica che hai in mente per portare al successo il tuo business!!!
Inoltre, inizieranno a farti domande sui punti di forza e sui punti di debolezza del tuo business perché vogliono capire il livello della tua consapevolezza! Ti diranno, quindi, di tirare giù l’analisi SWOT del tuo business.
Le domande sulla parte tecnica del tuo progetto
Quelle che hai appena finito di leggere sono tutte le domande che hanno a che fare con la parte descrittiva della tua idea di business. Si tratta, in pratica, di una specie di “racconto” che devi fare sul “perché” hai chiesto i soldi alla tua banca o alla Pubblica Amministrazione per portare avanti la tua idea di business.
Ovviamente, non è finita qui! Cosa credevi?
Dopo le sacrosante domande che ti faranno per capire in cosa consiste la tua idea di business, inizieranno a fare altre domande sui “numeri”! Eh già…
Devi sapere, infatti, che quando qualcuno mi chiede “Come si fa un Business Plan?” io rispondo sempre che “devi presentare i numeri in grado di tradurre quello che hai raccontato“. Dopo di che, aggiungo che questi numeri “devono essere credibili, realistici e, soprattutto, convincenti“.
A questo punto, partono le domande “tecniche”. E, qui, siamo nel regno della “redditività!” In pratica, devi dimostrare che i bilanci di previsione “girano”, funzionano e che la tua idea produce valore e non fuffa! Quindi, devi effettuare l’analisi del bilancio della tua idea di business e devi dimostrare che, effettivamente, sei in grado di rispondere in modo esaustivo e convincente alla seconda domanda di cui ti ho parlato poco fa:
“Sei in grado di restituirmi i soldi che ti presto?”.
Se riesci dimostrare che la tua risposta è “SI!”, allora le probabilità di ottenere i famosi 200.000 euro crescono in maniera impressionante! Altrimenti il finanziamento te lo puoi scordare…
Conclusioni
Mi pare chiara una cosa: se ti chiedi “Come si fa un Business Plan?” devi sapere per filo e per segno cosa devi scrivere al suo interno. Allo stesso modo, mi pare chiaro che devi anche sapere che tipo di informazioni devi scriverci dentro e “come” ce le devi scrivere. Perché, come ti ho detto in questo articolo, maggiori saranno le informazioni che darai e maggiore sarà la tua capacità di spiegare la tua idea di business e maggiori saranno le probabilità di ottenere quello di cui hai bisogno.
E, se si tratta di soldi per realizzare la tua idea, mi sembra abbastanza chiaro ed evidente un fatto: più riuscirai ad anticipare le domande che ti farà il Direttore della banca o il tipo della P.A., maggiori saranno le tue chanches di vittoria!
Bene! non mi resta altro che augurarti di metterti a tavolino e iniziare a pianificare ogni dettaglio della tua idea di business!