Fatturato e utile: spesso il primo sale e il secondo scende. Perché?
Il fatturato e l’utile di esercizio: eccoli qui, i responsabili di tante incomprensioni nell’ambito della gestione aziendale! Tantissimi imprenditori, infatti, spesso si lamentano di una cosa che hanno in comune: quando sale il fatturato, l’utile diminuisce.
Sembra una cosa contraria a qualunque logica, eppure è così. Non sempre, infatti, alla crescita del primo cresce anche il secondo. E, allora, la domanda nasce spontanea: perché?
Nell’ottica secondo cui c’è un “perché” a qualsiasi cosa, cerchiamo di capire anche perché spesso, queste due grandezze vanno in direzione opposta.
Fatturato e utile: due grandezze legate ma “slegate”.
Quando dico che il fatturato e l’utile sono due grandezze legate intimamente ma “slegate” l’una dall’altra intendo riferirmi proprio al loro andamento. Non sempre, infatti, vanno nella stessa direzione. Solitamente, è così, lo so! Però, ci sono alcuni casi in cui quando aumenta il primo (il fatturato) diminuisce il secondo (l’utile). Di fronte a questo evento, tantissimi imprenditori rimangono perplessi e non riescono a capirne le cause e mi chiedono: da cosa dipende?
Il motivo principale che determina questo “strano fenomeno” ha un nome (e un cognome): si chiama “COSTI DI GESTIONE“. Di cosa si tratta? Si tratta di tutte le “spese” che l’impresa deve sostenere per mandare avanti la gestione quotidiana. In tal senso, ci si riferisce a tutti quei costi che riguardano:
- l’acquisto di materie prime e semilavorati necessari al ciclo di produzione;
- la locazione del capannone o dell’ufficio;
- l’ammortamento delle immobilizzazioni (anche se si tratta di costi non monetari);
- i costi per i vari servizi;
- il costo del lavoro;
- le spese di pubblicità;
- le parcelle del commercialista;
- le collaborazioni;
- gli oneri finanziari;
- altri
Come vedi, si tratta di costi che devono essere sostenuti nello stesso momento in cui l’imprenditore decide di alzare la serranda della sua attività. Molto spesso, accade una cosa: questi costi crescono in maniera più che proporzionale rispetto ai ricavi. Ed è fin troppo noto il fatto che se i costi sono maggiori dei ricavi, l’azienda erode i margini di profitto fino ad arrivare alla perdita.
Le condizioni di vendita
Uno dei motivi che determinano lo sfasamento tra ricavi e il margine netto è dovuto alle condizioni di vendita che fin troppo spesso, e con troppa allegria, vengono concesse. Molte imprese, infatti, per “fare mercato” (ossia per trovare nuovi clienti) vendono a condizioni vantaggiosissime (per i loro clienti). Oltre a dilazioni di pagamento che, spesso, sono al limite dell’umana comprensione, ci sono i famosi “2 x 1” o “3 x 2” e formule simili che massacrano il conto economico delle aziende.
Per poter vendere due prodotti e farsene pagare uno solo (oppure per vederne tre e farsene pagare due…) è necessario avere una certa potenza finanziaria. Occorre, cioè, poter sostenere finanziariamente questo impegno. Infatti, vendere a “2 x 1” significa, in pratica, non conseguire ricavi su uno dei due prodotti venduti. E significa, però, aver pagato i costi relativi a quel prodotto.
In pratica, per il prodotto in “offerta” si sostengono costi ma non si conseguono ricavi.
Una politica di questo genere non necessariamente è una politica “suicida”. E’ pieno di imprese che riescono a sostenere finanziariamente queste offerte. Sto parlando delle multinazionali e delle grandi imprese ma la stragrande maggioranza delle imprese, invece, non può permettersi politiche di questo genere.
E questo, tantissimi imprenditori, non lo sanno.
Le condizioni di pagamento
Come se non bastassero le politiche di vendita “suicide” viste sopra, moltissimi imprenditori decidono di concedere ai loro clienti anche delle condizioni di pagamento scriteriate. Mi riferisco alle varie “scadenze commerciali” a 120, 150 o più giorni. E’ vero che, come nel caso della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), i “piccoli” sono costretti ad accettare politiche di pagamento capestro, lo so.
Ma è anche vero che tantissimi imprenditori, pur di vendere (sempre a condizioni “2 x 1”), concedono di loro volontà delle dilazioni d pagamento molto lunghe per accontentare il cliente. Così facendo, al danno si aggiunge anche la beffa. Non solo vendono a “2 x 1” e non incassano ricavi su uno dei due prodotti in offerta; oltre a ciò, incassano gli unici soldi in un tempo estremamente lungo.
Così facendo, è abbastanza semplice intuire il perché tantissime imprese chiudono i battenti prima del tempo. Su uno dei due prodotti non hanno ricavo e sull’altro incassano a quattro o cinque mesi! Come fanno a stare in piedi?
Con che cosa vengono pagati i costi di gestione? Non è che possono andare dai lavoratori a dire: “Ehi, ragazzi, visto che questo mese non abbiamo incassato nemmeno un euro, lo stipendio non ve lo pago!”. Se facessero una cosa del genere, si ritroverebbero anche con qualche vertenza sindacale da pagare…
Fatturato e utile: le conclusioni
Ecco come si crea lo sfasamento tra l’andamento dei ricavi e quello dell’utile netto di fine anno. Infatti, all’incremento del primo, spessissimo, corrisponde una diminuzione del secondo. Ed ecco perché tantissime imprese si trovano nelle condizioni di non poter incassare i ricavi derivanti dalla vendita dei loro prodotti e si trovano di fronte ad un bivio: cambiare strada o fallire.
Questo articolo spiega anche il perché il fatturato non rappresenta l’unico elemento essenziale da tenere in considerazione quando si parla con un interlocutore. Fatturare milioni di euro a suon di “2 x 1” (o “3 x 2” e simili) e a suon di condizioni di pagamento troppo dilatate nel tempo non garantisce il successo dell’impresa ma, al contrario, ne garantisce il pericolo di sopravvivenza.
L’imprenditore accorto e preparato, oltre che ai ricavi tiene sempre presente l’andamento dei suoi costi. L’obiettivo è sempre il solito: mantenere l’equilibrio economico-finanziario della gestione della sua azienda.
Chiedo scusa, sono un uomo della strada lontano anni luce dalle problematiche aziendali, ma il suo articolo mi ha affascinato, perchè con parole semplici descrive un fenomeno molto importante.
In sostanza l’utile decresce in maniera vertiginosa al crescere del fatturato. Ne ho individuato le motivazioni che esprime in maniera fantastica.
Però alcune cose mi sfuggono.
La locazione del capannone è un costo fisso non funzione del fatturato, tranne il caso in cui ho bisogno di altro spazio.
Gli oneri finanziari sui cespiti ammortizzabili sono fissi, tranne se, per acquistare le materie prime, mi devo finanziare all’esterno.
Grazie
Ciao Fabrizio,
innanzi tutto grazie per i complimenti.
Sicuramente la locazione del capannone, gli oneri finanziari, il costo del lavoro e altri costi di gestione sono FISSI.
Ed è per questo che le imprese si danno da fare per fatturare almeno il necessario per coprire i costi fissi + un margine di profitto.
Solo che, come ho spiegato nell’articolo, molto spesso questa corsa verso il fatturato fa perdere di vista altre cose molto più importanti come, per esempio che ho citato, la concessione di dilazioni molto ampie e non sostenute da adeguata potenza finanziaria (il che significa che, spesso, le imprese si fanno finanziare dalla banca la liquidità necessaria per sostenere la lunga dilazione di pagamento).
la banca, ovviamente, vuole non solo gli oneri finanziari ma, molto spesso, chiede anche lo “sconto” su fatture da incassare e questo sconto ha un costo (variabile, ma pur sempre un costo) che erode il margine di profitto.
Supponi, per esempio, che io abbia venduto un milione di euro di merce con scadenza incasso a 120 giorni. Per coprire il “buco” di cassa che si genera (perché devo aspettare 120 giorni per incassare) e mi serve liquidità per mandare avanti l’attività, cosa faccio? Vado in banca e chiedo “l’anticipo fatture”, normalissima operazione bancaria. La banca me lo concede ma mi chiede il 10% (spesso molto di più…). Quindi, l’aver concesso 120 gg di dilazione al mio cliente mi costa 100.000 euro di commissioni di sconto (10% su un milione). Questi 100.000 euro erano margine netto che potevo mettermi in tasca se non avessi chiesto l’anticipo fatture ma, visto che ho chiesto l’anticipo, la banca me lo ha dato e se lo fa pagare. Si chiama “commissione di sconto” ed è un costo di gestione che riduce il mio margine di profitto.
Il discorso cambia un pochino se invece che chiedere i soldi alla banca, i soldi ce li metto io perché ce li ho.