I pilastri del business plan sono le regole fondamentali che occorre seguire per scrivere un piano d’impresa in modo efficace. Alcuni navigatori ci hanno posta una domanda più volte: quali sono i pilastri su cui si fonda la corretta redazione del business plan?
Ovviamente non potevamo lasciare questi navigatori senza una risposta completa, esauriente e soprattutto precisa.
E quindi oggi abbiamo deciso di illustrare i punti principali e più importanti che contraddistinguono la corretta redazione di un piano di impresa affinché anche tu possa essere in gradi di redigere questo documento in modo autonomo.
I pilastri del Business Plan: i principi fondamentali di redazione
I principi fondamentali su cui basare la redazione di un Business Plan fatto come si deve sono i seguenti:
-Analisi di mercato
-Analisi della concorrenza
-Piano di marketing
-Piano investimenti
-Prospetto economico/patrimoniale/finanziario
Analizziamoli nel dettaglio.
I pilastri del business plan: le analisi di mercato
L’analisi del mercato serve per ottenere ottenere le informazioni necessarie per capire meglio l’ambiente competitivo in cui si muove l’azienda . Le analisi di mercato servono per capire come “collocare” meglio l’impresa nel suo mercato. Le analisi di mercato hanno come obiettivo la raccolta di informazioni specifiche sul mercato di riferimento dell’impresa. Inoltre, servono per comprendere tutti i fattori chiave che influenzano le decisioni di acquisto dei clienti. Infatti, è proprio il mercato a dettare le “regole del gioco”.
Sapere quali sono queste regole del gioco significa avere un vantaggio nei confronti della concorrenza. Questo vantaggio ci permetterà di cogliere le caratteristiche e le tendenze della domanda e dell’offerta.
I pilastri del business plan: analisi della concorrenza
La crescente complessità degli scenari di mercato associata alla competitività e alle incertezze sempre maggiori, rende inadeguato il concentrarsi esclusivamente sul cliente. Al giorno d’oggi, per avere una crescita dell’impresa e una redditività adeguate occorre conoscere a fondo anche i concorrenti, oltre che i clienti. L’analisi della concorrenza fornisce informazioni preziosissime sui competitors. Serve per conoscere le loro strategie, il loro posizionamento, il livello di servizio e la qualità del prodotto o del servizio che vendono.
Ecco perché diventa necessario analizzare i concorrenti all’interno delle aree di loro intervento. Sapere come si muovono i concorrenti è utile per prevedere alcune “mosse” e alcune strategie. Inoltre, permette di elaborare strategie alternative molto efficaci per poter battere i concorrenti sui loro stessi mercati.
Per analizzare la concorrenza occorre disporre di adeguate informazioni sul posizionamento nel mercato, sulla segmentazione e sui risultati ottenuti dai concorrenti. Spesso l’errore delle aziende è quello di individuare solo i concorrenti diretti tralasciando quelli indiretti e/o potenziali. Quando dobbiamo fare l’analisi della concorrenza è opportuno cercare di capire e valutare:
1) come si colloca l’offerta dei concorrenti nei confronti della domanda base
2) genere e grado di differenziazione dell’offerta
3) punti di forza e debolezza
4) minaccia di potenziali entranti. Inoltre è importante non dimenticare di analizzare anche le strategie di web marketing dei concorrenti.
I pilastri del business plan: il piano di marketing
Il piano di marketing rappresenta la traduzione degli obiettivi e delle strategie di marketing sul piano operativo. Il Piano di marketing è lo strumento con cui si pianificano le decisioni e le azioni che occorre compiere per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel piano di marketing, infatti, vengono definiti obiettivi, mezzi e strategie che si vogliono utilizzare. Inoltre, si definiscono gli strumenti operativi grazie ai quali l’azienda interagisce con gli stakeholder, ossia tutti coloro che hanno qualche tipo di interesse verso l’azienda. In tal senso, gli stakeholders possono essere fornitori, clienti, consumatori, azionisti, finanziatori, potenziali partner finanziari e anche lo Stato).
Il piano di marketing risponde inoltre a 3 obiettivi fondamentali:
1) serve per avere una registrazione delle analisi che sono state effettuate;
2) viene utilizzato come guida dell’azione imprenditoriale
3) serve come strumento per ottenere i fondi necessari per realizzare i vari obiettivi che sono scritti in esso.
I pilastri del business plan: il piano degli investimenti
Il piano degli investimenti è una specie di “elenco della spesa”. Infatti, esso serve per illustrare gli impianti, i macchinari, le attrezzature, i mobili, arredi e tutto ciò che serve all’azienda per lavorare. Gli investimenti rappresentano quelle spese che l’impresa deve necessariamente sostenere per far partire la sua attività.
Gli investimenti si dividono in due categorie:
• Immobilizzazioni materiali. In questa categoria rientrano beni contraddistinti dalla “tangibilità fisica”, ossia beni che “si possono toccare”. In tal senso, ci si riferisce a terreni, fabbricati, impianti, macchinari, attrezzature, computer e altro ancora.
• Immobilizzazioni immateriali. Sono i beni che non hanno “tangibilità fisica”, ossia che non si “possono toccare”. In tal senso ci si riferisce a beni come marchi, brevetti, opere dell’ingegno, avviamento e altri ancora.
A cosa serve il piano degli investimenti?
Il piano degli investimenti serve per allestire la struttura tecno-produttiva per tutta la durata del piano. La scelta degli investimenti da effettuare va fatta tenendo conto:
1. della quantità di prodotti che l’impresa vuole produrre (e vendere);
2. dalla complessità del ciclo di lavorazione
3. dalle valutazioni di “make or buy”. Queste valutazioni servono per decidere se produrre “in proprio” oppure se acquistare un certo prodotto/servizio all’esterno dell’impresa.
4. del numero di risorse necessarie per la produzione del prodotto o per l’erogazione del servizio.
I pilastri del business plan: il prospetto economico/patrimoniale
Il prospetto economico finanziario serve per valutare la fattibilità economico-finanziaria di un’idea imprenditoriale.
Esso verifica la fattibilità economica e finanziaria del progetto imprenditoriale ed è composto da:
1. Conto economico. E’ il documento del bilancio in cui viene illustrato il risultato economico della gestione (utile o perdita). In tal senso, evidenzia la redditività dell’impresa, che deriva dal confronto dei ricavi e dei costi aziendali di competenza del periodo considerato. Il risultato economico si ottiene dalla differenza tra i ricavi e i costi dell’azienda.
Se tale differenza è positiva l’azienda ha conseguito un utile. Se la differenza è negativa, allora l’azienda ha subito una perdita. Il contenuto del conto economico deve essere redatto in conformità ad uno schema predefinito (art. 2425 c.c.).
2. Stato patrimoniale. E’ quella parte del bilancio che serve per mettere in evidenza gli investimenti e i finanziamenti, oltre che le entrate e le uscite finanziarie. Esso definisce la situazione patrimoniale di una società in un determinato momento ed è suddiviso tra attività e passività. Tra le attività sono riepilogate le immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie, oltre che i crediti, il magazzino e le disponibilità liquide. Tra le passività, invece, sono riepilogate le fonti di finanziamento ossia le “fonti” dalle quai arrivano i soldi nell’azienda.
Se vuoi approfondire le tecniche di redazione del business plan, contattaci allo 06-688.91.958 oppure manda una e-mail a: staff@businessplanvincente.com