I finanziamenti a fondo perduto: cosa sono e chi può ottenerli? Questa è stata, forse, la domanda più frequente che ci è stata posta in questi ultimi due anni dalla maggior parte dei navigatori che hanno frequentato il nostro sito i quali, di fronte al “mare magnum” dei finanziamenti più o meno agevolati e/o più o meno “a fondo perduto”, non sono riusciti (e tutt’ora non riescono) ad orientarsi.
Moltissimi di questi navigatori sono stati, poi, gli stessi che ci hanno chiamato al telefono e/o ci hanno scritto una e-mail per avere delucidazioni, chiarimenti, spiegazioni e consigli in diretta. Visto che questo sito esiste proprio per dare spiegazioni e per aiutare tutti coloro che hanno difficoltà a “tradurre” dall’ostrogoto all’italiano certe, oggi ho deciso di mettere nero su bianco tutto quello che so su questa tipologia di contributi a fondo perduto e a mutuo agevolato, con la speranza di essere utile.
Partiamo innanzi tutto da una considerazione di carattere generale e poi scendiamo piano piano nel particolare: in linea di massima ogni imprenditore, ciclicamente, deve effettuare degli investimenti per ammodernare, espandere e/o rendere più efficiente la sua azienda. Questo avviene non solo nell’ottica del miglioramento degli standard di qualità di un prodotto ma avviene anche (e, forse, soprattutto) nell’ottica del risparmio dei costi. Ecco allora che un imprenditore, appena inizia a fare l’imprenditore, ha la consapevolezza che entro un certo periodo di tempo dovrà rinnovare gli impianti produttivi per stare al passo con l’evoluzione degli standard. E, a seguito di questa consapevolezza, questo stesso imprenditore sa che entro quella data avrà bisogno di un TOT di soldi per rinnovare gli impianti di produzione e tutto il resto.
Lo stesso tipo di discorso deve essere fatto dall’imprenditore che si trova in fase di start-up della sua nuova idea di business. Mi sembra appena il caso di ricordare che, in questa fase, l’imprenditore deve effettuare alcune scelte di importanza strategica; mi riferisco, per esempio, alla scelta della struttura produttiva il cui costo varia al variare delle scelte che vengono effettuate. E’ chiaro che la fattibilità finanziaria di un’idea di business è direttamente collegata alla quantità di soldi che l’imprenditore ha a disposizione per farla partire! E, in molti casi, le scelte che vengono effettuate in fase di start-up sono direttamente dipendenti dalla quantità di soldi che il novello imprenditore ha in tasca. E, se l’imprenditore questi soldi non li ha, sono dolori.. Insomma: pare evidente che l’aspetto finanziario (cioè: i soldi) sono il punto-cardine intorno al quale gira tutto.
Questo è l’ABC dell’imprenditorialità. Fare l’imprenditore senza avere questa consapevolezza potrebbe determinare una serie di problemi di mercato, oltre che finanziari. Aggiungo che, se così non fosse, oggi qualsiasi oggetto che ci circonda sarebbe prodotto con le tecnologie di cinquanta (o anche più) anni fa. Il che è, a tutta evidenza, decisamente impensabile da qualsiasi punto di vista! Quindi occorre accettare l’idea che ogni tanto è necessario aprire il portafogli e tirare fuori i soldi per effettuare i nuovi investimenti.
Scusa se mi sono dilungato, ma svelare questo piccolo segreto (che segreto non è..) mi sembrava necessario (anche se scontato, forse) soprattutto nell’ottica di quello che ti sto per scrivere. Fatta questa semplice quanto importante premessa, arriviamo al punto: per acquistare un impianto (sia per ammodernare un’azienda già esistenze che per effettuare lo start-up di una nuova azienda) servono i soldi: inutile girarci intorno. Fin qui è tutto abbastanza semplice, spero. Le difficoltà iniziano quando ci si pone la seguente, semplicissima, domanda: “Dove prendo i soldi per fare gli investimenti?“. Questa, spesso, è “LA” domanda cruciale che si pone qualsiasi imprenditore nel momento in cui si trova a dovere effettuare scelte strategiche di rinnovo degli impianti e la risposta può essere multipla e può ricadere in una delle tre seguenti ipotesi:
Queste sono le tre possibili risposte da dare alla domanda “Chi ci mette i soldi?”. Inutile specificare che, a seconda della risposta data, variano una serie di considerazioni da fare. Vediamo di cosa si tratta per poi arrivare a definire cose sono i finanziamenti a fondo perduto, chi può prenderli e come e facciamo un piccolo esempio numero che serve per comprendere meglio. Supponiamo, quindi, che l’imprenditore deve effettuare un investimento di un milione di euro.
Nel caso 1) si verifica un evento abbastanza raro: l’imprenditore che deve effettuare l’investimento si autofinanzia completamente. Ciò significa che va in banca e tira fuori dal suo conto corrente tutto il milione di euro di cui ha bisogno per i nuovi investimenti senza chiedere niente a nessuno. In questo caso si parla di “autonomia finanziaria” ossia della situazione in cui l’imprenditore ha tutte le risorse finanziarie per sostenere gli investimenti. Devo subito specificare che questa situazione si verifica abbastanza raramente non solo perché è abbastanza difficile che un imprenditore si autofinanzi completamente ma anche perché, in presenza di alcune condizioni, all’imprenditore spesso conviene indebitarsi e “rischiare” i soldi della banca piuttosto che i suoi (siamo nelle ipotesi di “leva finanziaria”). Comunque sia, l’ipotesi in oggetto è quella che mette in evidenza la potenza finanziaria dell’imprenditore.
Nel caso 2), invece, si verifica l’esatto opposto di quanto accade per la situazione 1): in questa seconda ipotesi, infatti, l’imprenditore non ha risorse finanziarie (cioè i soldi) per effettuare gli investimenti e chiede tutto il finanziamento a qualcun altro (una banca, una finanziaria, un private investor, amici e simili..). Fatta esclusione per quegli “imprenditori” che sperano di fare impresa con i sodi di qualcun altro senza rischiare nemmeno una piccola parte dei propri, va specificato che anche questo caso si verifica di rado poichè un imprenditore di solito è a conoscenza del fatto che gli investimenti deve finanziarli con soldi in parte suoi. Ovviamente, quando siamo in ipotesi come quella di questo caso manca la c.d. “fattibilità finanziaria” dell’idea di business.
Il caso 3) è l’oggetto del presente articolo: solitamente un imprenditore sa che, se deve effettuare un investimento di un milione di euro, una parte li mette di tasca sua (il c.d “Equity”) e il resto lo chiede in giro, da qualche parte. Questo è il caso più classico ed è quello che interessa il normale sviluppo di un’azienda. Infatti, supposto che l’investimento da realizzare è di un milione di euro, l’imprenditore può fare un ragionamento estremamente semplice, come il seguente:

Cosa significa questo schema? Significa, molto semplicemente, che in questo caso siamo nell’ipotesi di mix finanziario e quindi l’imprenditore tira fuori di tasca sua 300.000 euro, altri 200.000 li chiede alla banca (indebitamento) e i rimanenti 500.000 euro li chiedo allo Stato sotto forma di contributo a fondo perduto e mutuo agevolato. Chiariamo subito che quanto descritto nell’immagine qui sopra è la normalissima prassi finanziaria tramite la quale lo Stato aiuta le imprese a sviluppare il loro business. E chiariamo anche che la possibilità di fare ricorso al finanziamento pubblico non è scontata ma dipende da una serie di condizioni (a cui non posso accennare qui per questioni di lunghezza dell’argomento).
Bene! Ammesso che lo Stato, in presenza di alcune condizioni, sia disposto ad accordare all’imprenditore un finanziamento di 500.000 euro che serve per completare il piano degli investimenti, vediamo che lo stesso finanziamento è diviso in due parti: 300.000 euro sono sovvenzioni concesse sotto forma di “finanziamenti a fondo perduto” e gli altri 200.00 euro sono concessi sotto forma di “mutuo agevolato“. Come detto all’inizio dell’articolo, la parte della sovvenzione che viene concessa sotto forma di finanziamento a fondo perduto rappresenta i soldi che lo Stato “regala” all’imprenditore senza obbligo di restituzione; ciò significa che il nostro imprenditore, a fronte di un investimento complessivo di 1.000.000 di euro, se ne trova 300.000 regalati dallo Stato mentre gli altri 200.000 gli vengono concessi a condizioni vantaggiose rispetto ai tassi di interesse praticati dal mercato.
Specifico in questa sede che i finanziamenti di cui sto parlando rientrano nell’ambito dei programmi per i finanziamenti europei, ossia delle agevolazioni concesse dall’Unione Europea per lo sviluppo economico delle aree depresse.
Quindi, chiarito cosa sono i finanziamenti a fondo perduto e come “entrano” nel mix finanziario di un’azienda, occorre solo stabilire chi è che li può prendere e come. La possibilità di ottenere detti finanziamenti può dipendere dall’età del proponente (cioè chi propone l’investimento), dalla localizzazione dell’azienda, dalla tipologia di attività che viene svolta, dal rispetto dei parametri ambientali, dalla tipologia di investimenti che devono essere realizzati, dal CODICE ATECO dell’attività e dalle prospettive di sviluppo territoriale decise dalla Pubblica Amministrazione. In merito alla localizzazione, giova specificare che le regioni del Mezzogiorno italiano beneficiano di maggiori agevolazioni sia sotto forma di fondo perduto che sotto forma di mutuo agevolato; ciò dipende dal fatto che dette regioni sono considerate obiettivo di sviluppo prioritario da parte dell’Unione Europea.
Punto comune a tutti gli interventi di finanza agevolata, a livello nazionale, è la redazione di un business plan scritto in modo chiaro, comprensibile, semplice ma allo stesso tempo completo, rigoroso e professionale al fine di mostrare alla Pubblica Amministrazione che i finanziamenti che concederà (eventualmente) all’imprenditore richiedente andranno a sostenere il reale sviluppo dell’impresa e non idee bislacche che non stanno in piedi. Quando un piano di business presenta tutte le condizioni di finanziabilità, lo Stato stesso concede contributi all’imprenditore che ne fa richiesta.
Se vuoi maggiori informazioni sui finanziamenti a fondo perduto e sulla redazione di un piano di business scritto in modo chiaro, semplice e professionale, puoi contattarci allo 06-688.91.958 oppure puoi scriverci una e-mail all’indirizzo: staff@businessplanvincente.com