Oggi parliamo di pianificazione e controllo di gestione perchè si tratta di due delle principali attività che un imprenditore o un aspirante imprenditore deve effettuare prima di darsi a qualsiasi tipo di investimento e di cui deve avere massima consapevolezza nell’ambito del Business Plan.
Infatti, come abbiamo avuto modo di dire più volte, nel business plan vengono sintetizzate tutte le informazioni sullo sviluppo futuro dell’attività: anzi, il piano di business è proprio lo strumento principale con il quale si esprime la sintesi della pianificazione di quanto si è ideato.
Pianificazione e controllo di gestione; la pianificazione e la programmazione
Partiamo da una prima considerazione: la distinzione tra due concetti fondamentali come la PIANIFICAZIONE E LA PROGRAMMAZIONE. Molti usano questi due termini come se fossero dei sinonimi, ma così non è. Infatti, mentre la pianificazione prende in considerazione un arco temporale di riferimento ampio (dai tre ai cinque anni, di solito), la programmazione considera archi temporali molto più ristretti (massimo un anno).
Più precisamente: mentre la pianificazione è un processo tramite il quale si stabilisce uno scenario futuro desiderabile, si stabiliscono le azioni da compiere per conseguirlo e si quantificano le risorse disponibili per attuare le azioni, la programmazione è il processo di attuazione nel breve termine di quanto pianificato.
La fase della pianificazione è probabilmente quella più delicata poichè obbliga l’imprenditore ad immaginare scenari futuri per il suo business. E, ovviamente, questi scenari futuri devono essere il frutto di analisi e ricerche di mercato, reali e obiettive. Quindi il primo “obiettivo” che si deve dare l’imprenditore è pensare a dove vuole e cosa vuole essere nel futuro, cioè darsi obiettivi!
Pianificazione e controllo di gestione: le due facce della stessa medaglia
Quando si parla di definizione degli obiettivi ci si riferisce ad obiettivi di ampia portata come la VISION e la MISSION i quali, di solito, non vengono presi in considerazione. Ma anche quando ci si riferisce ad obiettivi di portata “inferiore”, essi devono essere definiti in modo preciso poiché più essi sono definiti, più incisiva e precisa sarà l’azione imprenditoriale. Infatti, pianificare serve per pensare al futuro; decidere; coordinare le azioni e per razionalizzare i comportamenti.
Ovviamente, una volta definito l’obiettivo, e cioè dove si vuole arrivare, è necessario fermarsi a pensare al come arrivarci. Questa è una fase della pianificazione alquanto delicata, poiché la difficoltà che si incontra è legata alla molteplicità di vie a disposizione per raggiungere un obiettivo. E’ un po’ come decidere di partire da Roma per arrivare a Milano il giorno X alle ore TOT, nel posto Z. Si tratta di un obiettivo definito, chiaro, possibile, identificabile, raggiungibile e controllabile.
Ci possono essere vari modi (strategie) per arrivare a Milano partendo da Roma: posso prendere un aereo, un treno o posso andare in macchina. Oppure, posso andare a Napoli per prendere un traghetto, farmi portare a Genova e poi proseguire per Milano. O, ancora, posso andare in bicicletta, in motorino oppure a piedi, magari facendo l’autostop! Al limite, potrei anche decidere di prendere un aereo che da Roma fa scalo a New York e poi torna a Milano… Sono tutte ipotesi valide, per conseguire l’obiettivo. Ma sono tutte diverse poiché ognuna di esse deve fare i conti con l’altro aspetto fondamentale della pianificazione (strategica): le RISORSE A DISPOSIZIONE!
Pianificazione e controllo di gestione: le risorse a disposizione.
A questo punto entra in gioco l’altro aspetto fondamentale della pianificazione: valutare le risorse disponibili. Quando si parla di “risorse disponibili” non ci si riferisce solamente alle risorse finanziarie necessarie per attuare un piano strategico. Ci riferisce anche ad altri tipi di risorse come quelle organizzative, quelle tecniche, quelle di mercato, quelle sul know how e altre ancora. Il possesso delle risorse finanziarie (cioè i soldi) potrebbe non essere sufficiente per conseguire un obiettivo lì dove mancassero risorse organizzative, e viceversa. Quindi, la scelta di una strategia al posto di un’altra deve essere effettuata nell’ambito della valutazione dell’intero contesto in cui si muove l’azienda.
Alla fine del processo di valutazione delle risorse, si pongono in essere le AZIONI. Supponi che l’obiettivo sia andare a Milano partendo da Roma. bene! In questo caso, l’AZIONE che faccio è prendere l’aereo! Se, invece, l’obiettivo è “Devo raggiungere 16 milioni di fatturato entro tre anni”, l’azione che faccio è rinforzare la forza di vendita su territorio. Oppure, inizio a vendere sotto costo (ma in questo caso ci sarebbero problemi di carattere finanziario, nonostante il raggiungimento dell’obiettivo!). Oppure ci si può riferire a qualcos’altro.
Pianificazione e controllo di gestione: la verifica della congruenza tra obiettivi e risultati
Al termine di tutto questo processo, c’è il controllo di gestione ossia l’attività necessaria per verificare se quanto stabilito all’inizio (cioè pianificato) è stato conseguito. Questa attività altro non è che la banale verifica della congruenza tra quanto pianificato e quanto ottenuto. Se i risultati sono “in linea” con gli obiettivi, allora ci sarà il semaforo verde e tutto è OK. In caso contrario, occorre verificare perché gli obiettivi non sono stati conseguiti.
Nel caso di mancato conseguimento degli obiettivi prefissati, le cause potrebbero essere molteplici. Possono essere stati errori nella definizione degli obiettivi (sopra o sottovalutazione dell’obiettivo). Oppure, errori nell’attribuzione delle responsabilità. Allo stesso modo, possono essere stati commessi errori nella valutazione delle risorse. Anche errori di valutazione del potenziale di mercato posso determinare la differenza tra obiettivi pianificati e risultati conseguiti. Ma ci possono essere anche errori nella scelta delle strategie e altri ancora. Ad ogni modo, quello che conta è effettuare un adeguato controllo di gestione raffrontando obiettivi e risultati.
Il controllo di gestione non è, quindi, mettere “un voto” all’azione imprenditoriale, quanto piuttosto la verifica del fatto che “tutto è andato bene oppure no” e apportare le azioni correttive per conseguire gli obiettivi.
E, come al solito, lo strumento per verificare se l’azione imprenditoriale è in linea con gli obiettivi che lo stesso imprenditore (o chi per lui) si è dato, è sempre il Business Plan: il quale è, e rimane, lo strumento principale del processo di pianificazione e di controllo di gestione.
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