L’AUTOFINANZIAMENTO DELL’AZIENDA

autofinanziamento

L’autofinanziamento dell’azienda; un argomento apparentemente complicato ma, in realtà, abbastanza semplice. Vediamo di cosa si tratta. La settimana scorsa, in questo articolo, abbiamo fatto riferimento all’ammortamento quale elemento che concorre alla determinazione dell’autofinanziamento e, puntualmente, alcuni navigatori ci hanno chiesto di spendere qualche parola su questo concetto mediamente abbastanza sconosciuto dalla stragrande maggioranza degli operatori aziendali.

In parole semplici (e senza complicare troppo il concetto), l’autofinanziamento è la capacità che ha l’azienda di produrre al suo interno le risorse finanziario-monetarie che servono per la gestione, senza fare ricorso a fonti esterne di finanziamento, oppure riducendo quanto più possibile il ricorso ai finanziamenti esterni.

Messa così, la cosa è decisamente semplice, e di fatto lo è. Ancora una volta, ci troviamo in presenza di aspetti legati alla finanza aziendale, di cui parliamo spesso nei nostri articoli, visto che la finanza è l’aspetto principale da cui dipendono tutti gli altri.

Autofinanziamento e gestione finanziario-monetaria

Infatti, la gestione aziendale chiede continuamente risorse finanziarie per potere “funzionare” sia dal punto di vista economico (per il sostenimento dei costi di esercizio) che dal punto di vista patrimoniale (per l’acquisto degli investimenti); e se questi soldi non ci sono, non si va da nessuna parte. Ma attenzione: in questo caso, più di ogni altro, occorre fare una netta distinzione tra risorse finanziarie e risorse monetarie, poiché la differenza tra le due è assolutamente sostanziale, nonostante la maggior parte degli imprenditori non la conosca. Infatti, un conto è un’entrata finanziaria, altro conto è un’entrata monetaria.

In modo semplice possiamo affermare che un’entrata finanziaria si trasforma in entrata monetaria nel momento in cui  si trasforma in denaro contante. Un credito, per esempio, è un’entrata finanziaria, ma fino a che non viene incassato, rimane tale: cioè un “pezzo di carta”. Solo nel momento in cui il credito viene incassato, allora l’entrata finanziaria si trasforma in entrata monetaria, cioè soldi cash, per essere chiari. La mancata comprensione di questa differenza è una delle cause che determinano il fallimento delle aziende che si trovano con alti ammontari di entrate finanziarie che però non si trasformano in altrettante entrate monetarie. Se un’azienda ha nell’attivo dello stato patrimoniale 10 Ml di euro di crediti ma non li incassa, si trova “scoperta” dal punto di vista monetario, cioè non ha soldi, anche se finanziariamente appare sana.

Ciò premesso, torniamo all’autofinanziamento che è il fenomeno tramite il quale l’impresa copre il suo fabbisogno finanziario senza aumentare (o aumentando in misura ridotta) l’indebitamento, o facendo ricorso a versamento di nuovi capitali da parte dei soci.

Facciamo un semplice esempio per capire meglio. Supponiamo che si debbano fare investimenti per 150.000 euro e che questi investimenti vengano finanziati con un incremento dei debiti per € 100.000 e con versamento da parte dei soci per altri 50.000 euro. La situazione sarebbe la seguente:

Al di là di considerazioni legate all’equilibrio finanziario (che in questa fase non ci interessano e quindi non le facciamo), è evidente che gli investimenti vengono finanziati senza ricorso all’autofinanziamento ma aumentando i debiti e chiedendo ai soci di versare nuovo capitale. Questa situazione non necessariamente denota scarsa potenza finanziaria dell’impresa oppure mancanza di liquidità autogenerata dall’azienda, ma è sicuramente diversa da una situazione come la seguente:

 

In questa seconda situazione, come si nota, gli investimenti vengono finanziati per 120.000 euro con risorse finanziario-monetarie prodotte dalle gestione stessa e per i rimanenti 30.000 da incremento debiti. Inutile specificare che, in questo secondo caso, la potenza finanziaria dell’azienda è un po’ diversa da quella del primo caso.  Ma, soprattutto, ciò che è diversa è proprio la capacità di fare ricorso all’autofinanziamento.

Autofinanziamento: come si calcola?

Ma da cosa è formato l’autofinanziamento? Le componenti di questo importantissimo aspetto della gestione, sono varie ma c’è una formula abbastanza semplice che consente di calcolarlo rapidamente. Questa formula è:

 

Il calcolo dell’autofinanziamento prende in considerazione alcune COMPONENTI NON MONETARIE che si trovano all’interno del conto economico, come l’ammortamento di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Ma perché queste componenti non monetarie entrano nel calcolo dell’autofinanziamento? Per un motivo molto semplice, anche se è difficile da vedere a un occhio poco esperto: se nel conto economico ci sono dei costi non monetari che “entrano” comunque nel calcolo finale del reddito netto (come, ad esempio, proprio l’ammortamento) è evidente che il reddito netto dal  punto di vista monetario risulta minore di quello che è effettivamente, proprio a causa di questi costi che vengono tolti dalla gestione, ma che non hanno avuto manifestazione finanziario-monetaria.

Ciò significa che (sempre usando il solito esempio) i costi di ammortamento sono inseriti nel conto economico, ma l’imprenditore non ha tirato fuori dalla gestione monetaria i soldi cash per pagare le quote di ammortamento. Il che significa, in ultima analisi, che se la quota di ammortamento è di 20.000 euro, allora questi 20.000 euro sono effettivamente nella disponibilità monetaria dell’impresa, e quindi entrano a pieno titolo nel calcolo dell’autofinanziamento; e quindi l’imprenditore può usare questi 20.000 euro per finanziare investimenti o l’attività in generale, senza fare ricorso a fonti esterne di finanziamento (come l’indebitamento).

Comprendiamo che la questione non è delle più semplici, ma una volta compresa l’effettiva differenza tra aspetto finanziario, aspetto monetario, e aspetti non monetari della gestione, le cose risultano essere più chiare.

L'autofinanziamento dell'azienda

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14 commenti su “L’AUTOFINANZIAMENTO DELL’AZIENDA”

  1. Ciao, inizio facendovi i complimenti per il sito e per la capacità di sintetizzare il tutto in modo esaustivo. Io volevo porvi la seguente domanda: come fa un manager a far aumentare l’ autofinanziamento dell’ azienda? Quali voci che sono presenti nel calcolo dell’autofinanziamento deve modificare?

    Grazie in anticipo.

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    • Ciao Annalisa,

      inizio ringraziandoti per i complimenti che ci hai fatti: fanno sempre piacere!

      Ciò premesso, rispondo alla tua domanda: un manager può aumentare l’autofinanziamento dell’azienda tenendo presenti le voci di costo (e di ricavo) che hanno manifestazione monetaria e non solo contabile/fiscale. Ma non solo: molto dipende dall’andamento dei ricavi e dalle politiche strutturali dell’azienda. Mi spiego..

      Una delle voci che compongono l’autofinanziamento, infatti, è l’ammortamento il quale non ha manifestazione monetaria però entra nel calcolo dei costi di gestione con conseguente riduzione del margine di profitto. Tanto è vero che la formul aper il calcolo dell’autofinanziamento è data da Utili + Ammortamenti + Accantonamenti. Come vedi, si commano all’utile dal bilancio le componenti non monetarie della gestione.

      Il discorso è un pochino lungo e anche complesso (perché vanno considerate una serie di questioni contabili e di finanza aziendale) ma, in linea di massima, per comprendere il concetto dovrebbe essere sufficiente quello che ti ho scritto sopra.
      Se ci sono altre perplessità, siamo qui…

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    • Ciao Roberto,

      in modo molto semplice i finanziamenti dell’impresa sono tutti i soldi che l’impresa deve trovare per “comprare” tutti gli investimenti di cui necessita per svolgere la sua attività.

      Per fare capire bene questa cosa estremamente semplice (per me..), uso sempre lo stesso esempio: devi acquistare una macchina (una Ferrari?) che costa 150.000 euro ma non li hai tutti. Cosa fai? Un pò ce li metti tu di tasca tua (supponiamo 50.000 euro); un pò li chiedi a una finanziaria o a una banca (supponiamo 70.000 euro) e i rimanenti 30.000 euro li chiedi (in prestito) a tua moglie, a tua sorella, a un amico, a un parente a chi vuoi (e che è disposto a darteli..). Cosa hai fatto? Hai finanziato l’acquisto della tua Ferrari con un mix finanziario (li hai presi un pò di quà, un pò di là..).

      La finanziaria (o la banca) ti dice che i 70.000 che ti ha dato glieli devi restituire in 5 anni ad un tasso di interesse del (esempio) 8,5%. Tua sorella, tua moglie, il tuo amico, il tuo parente o chi vuoi, ti dice che glieli devi restituire in 3 anni e i soldi che ci hai messo di tasca tua non li devi restituire a nessuno (erano tuoi); ecco che appaiono le SCADENZE TEMPORALI tra investimenti e finanziamenti, il principio-cardine su cui si basa tutta la finanza aziendale.

      In azienda è la stessa identica cosa: l’azienda acquista gli investimenti per poter essere operativa e deve trovare da qualche parte i soldi per comprarli. Semplice.

      Per i prinmcipi di finanzia aziendale, puoi dare un’occhiata qui:

      https://www.businessplanvincente.com/prodotti/finanza-aziendale

      Ovviamente, quando si scrive un business plan deve essere specificata la c.d. “copertura finanziaria” degli investimenti, proprio per quanto ti ho scritto sopra.

      P.S.: Mi raccomando, la Ferrari NON è un investimento poichè non rende denaro ma lo assorbe (in linea di massima…).

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  2. credo sia questa la frase per me meno chiara, che non mi ha fatto capire tutto il resto: “Ma perchè queste componenti non monetarie entrano nel calcolo dell’autofinanziamento? Per un motivo molto semplice, anche se è difficile da vedere a un occhio poco esperto: se nel conto economico ci sono dei costi non monetari che “entrano” comunque nel calcolo finale del reddito netto (come, ad esempio, proprio l’ammortamento) è evidente che il reddito netto dal punto di vista monetario risulta minure di quello che è effettivamente, proprio a causa di questi costi che vengono tolti dalla gestione, ma che non hanno avuto manifestazione finanziario-monetaria”.

    In che senso il reddito netto dal punto di vista monetario è minore di quello che è effettivamente? Cioè per reddito effettivo che si vuol intendere?

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  3. potresti speigare un pò meglio gli aspetti più importanti dell’autofinanziamento per piacere? Cioè come, per esempio, funziona in termini proprio operativi nel senso di capire in che modo effettivamente l’impresa si autofinanzia con l’autofinanziamento
    grazie e complimenti per il sito perchè è scritto in mdo facile e comprensibile anche a chi non ci capisce niente come me.

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    • Ciao Marcello,

      l’autofinanziamento è uno dei processi più importanti nella vita di un’azienda. Noi ci proviamo a scrivere articoli in merito, ma sintetizzare una cosa del genere in poche battute non è semplice.

      Non tanto per la complessità dell’argomento (poichè, come in tantissimi ci hanno scritto nei lorto complimenti, rendere semplici le cose difficili ci rimane facile…) quanto per il fatto che nel calcolo dell’autofinanziamento occorre conoscere svariati aspetti sottostanti alla contabilità, alla finanza aziendale e ad altri aspetti dell’economia aziendale.

      Per esempio: l’ammortamento. Se non si conosce il concetto di ammortamento e le sue implicazioni economico-finanziarie e patrimoniali, cosa scrivo a fare come si calcola l’autifinanziamento, di cui l’ammortamento è una componente fondamentale? E’ per questo che nel nostro BLOG scriviamo articoli su svariati argomenti: proviamo a diffondere cultura d’impresa.

      Comuque: fai conto che puoi paragonare l’autofinanziamento alla rata di prestito che devi pagare per l’acquisto della tua macchina. Se lo stipendio che guadagni è sufficiente a “coprire” l’ammontare della rata, significa che stai autofinanziando l’acquisto; cioè, lo paghi con risorse finanziarie che produci tu stesso, con il tuo lavoro. E quindi sei finanziariamente indipendente.

      Se, invece, la rata della macchina la paghi con i soldi che ti presta un tuo amico al quale dici “poi te li ridarò tutti”, è evidente che acquisti la macchina in condizioni di dipendenza finanziaria. Ciò significa che senza i soldi del tuo amico, non ce la faresti a pagare la rata!

      Concettualmente è molto, molto semplice…

      Poi, per fare i calcoli dell’autofinanziamento, ci vuole qualche competenza in più.
      E il calcolo dell’autofinanziamento può essere inserito nell’ambito della redazione di un business plan fatto coi fiocchi!!

      A presto e grazie per la tua domanda.

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  4. Comlimenti, appunti ben fatti e con linguaggio scorrevole.Metterò questo sito tra i miei preferiti.Distinti saluti.
    Antonio Falanga

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      • scusa mi puoi dire le fattispecie di investimenti per i quali è prevista la realizzazione di piani economico finanziari?
        grazie

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        • Ciao Davide,
          tutti gli investimenti che fanno le aziende sono soggetti a pianificazione economico-finanziaria. Ogniqualvolta un imprenditore fa investimenti per acquistare nuovi capannoni, nuovi macchinari, nuove attrezzature, nuovi impianti, etc, deve prevedere la copertura finanziaria dell’ammontare complessivo degli investimenti redigendo un opportuno business plan.

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          • MENTRE ESISTE UN PIANO ECONOMICO FINANZIARIO DELLE QUOTE DI AMMORTAMENTO? E POI COS’è L’AMMORTAMENTO FINANZIARIO?
            GRAZIE 1000
            DAVIDE

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