La riclassificazione del conto economico è una procedura che viene utilizzata per ottenere delle informazioni aggiuntive sul conto in cui sono racchiusi i costi e ricavi di competenza dell’esercizio. Cosa significa questa frase?
Partiamo da un presupposto: quello qui di fianco, è lo schema tipico di un conto economico a “sezioni contrapposte” all’interno del quale, come si vede, ci sono due colonne: quella di destra (chiamata “avere”), all’interno della quale sono sintetizzati i ricavi dell’esercizio. E quella di sinistra (chiamata “dare”), all’interno della quale sono racchiusi i costi che sono stati sostenuti nel corso dell’esercizio. Questo di fianco era lo schema adottato fino al 1991, anno in cui è stata recepita nel nostro ordinamento, la IV DIRETTIVA CEE, la quale ha “imposto” uno schema unico di conto economico per tutti i paesi membri dell’UE.
La riclassificazione del conto economico: come effettuarla?
Questo schema di conto economico a sezioni contraposte non forniva una serie di informazioni utili all’imprenditore per tenere sotto controllo alcune cose, ma è (o era…) un semplice riassunto di costi e ricavi sparsi nelle due colonne: infatti, dalla lettura di un conto economico a sezioni contrapposte, è alquanto difficile riuscire ad ottenere delle informazioni di “sintesi” relative all’andamento economico dell’attività aziendale. E, soprattutto, il vecchio schema di conto economico non evidenziava le “aree” che assorbono o producono risorse.
Infatti, la produzione di ricavi o l’assorbimento di costi, non sono dati solo dall’attività “tipica” svolta dall’azienda, ma possono derivare da varie altre attività “collaterali” che l’azienda svolge normalmente, e che incidono sulla gestione. Facciamo un esempio: se la mia azienda produce biciclette, tutti i costi e i ricavi relativi alla produzione di biciclette sono da considerarsi come ricavi o costi “tipici”, cioè determinati dall’attività di produzione delle biciclette. Se l’azienda, oltre a produrre biciclette, effettua altri tipi di attività (come, per esempio, la concessione o l’ottenimento di prestiti, l’acquisto di partecipazioni in altre aziende che determinano un rendimento, oppure effettua altre attività che producono ricavi o assorbono costi), queste attività concorrono alla determinazione del reddito di esercizio, pur non essendo direttamente “collegate” all’attività principale dell’azienda, che è quella della produzione di biciclette.
Il fatto che esistono altri costi e ricavi non “tipici” che concorrono alla determinazione del reddito, fa si che nel conto economico a sezioni contrapposte compaiano tutti i costi e i ricavi, anche quelli non tipicamente collegati all’attività principale dell’azienda. E se l’imprenditore volesse sapere cosa è che effettivamente concorre a determinare il reddito? Con il conto economico a sezioni contrapposte, non potrebbe saperlo, almeno a una lettura veloce, immediata.
Questa difficoltà spiega il perchè si fa la riclassificazione del conto economico: quando si riclassifca un conto economico, i vari costi e i vari ricavi vengono “riaggregati” in un conto economico in forma scalare per ottenere delle informazioni di sintesi aggiuntive che altrimenti sarebbe impossibile avere. Lo schema-base è il seguente:
Come si può vedere, questo è lo schema adottato dal Codice Civile per riclassifcazre un conto economico: all’interno di questo schema sono racchiusi tutti i costi e i ricavi che si trovano normalmente in un conto a sezioni contrapposte, solo che i costi e i ricavi sono disposti in modo diverso.
La riclassificazione del conto economico: gli schemi
A seconda del tipo di informazioni che si vogliono ottenere dal conto economico, la riclassificazione del conto economico può essere effettuata secondo i seguenti tre schemi:
1) la riclassificazione del conto economico a “costo del venduto e ricavi”: questo schema mette in evidenza alcuni parametri rilevanti come “l’utile lordo” che l’azienda realizza sulle vendite che effettua, dato che il “costo del venduto” rappresenta quello che è costato produrre ciò che è stato venduto;
2) la riclassificazione del conto economico “a valore aggiunto”: questo schema di riclassificazione mette in evidenza una delle cose più importanti dell’attività aziendale e cioè la capacità che ha l’azienda di creare ricchezza, grazie alla sua attività;
3) riclassificazione del conto economico “a margine di contribuzione”: questo tipo di riclassificazione del conto economico è abbastanza complessa da effettuare. Si tratta pur sempre di riaggregare le voci di costi e ricavi secondo una logica, ma in questo caso viene utilizzato uno schema che, prima di tutto, effettua una distinzione netta tra costi fissi e costi variabili (ne abbiamo parlato qui), e successivamente evidenzia il contibuto che ha dato la gestione alla copertura dei costi fissi e alla formazione del reddito di esercizio.
Quali di queste tre configurazioni è la migliore? Tutte e nessuna!! Lo schema di riclassificazione a costo del venduto è quello maggiormente utilizzato nella prassi (forse perché è il più facile da realizzare…). Ma l’utilizzo di uno schema al posto di un altro dipende dal tipo di informazioni che vogliamo ottenere dal conto economico.
Un imprenditore accorto e che vuole conoscere nel dettaglio “come” si viene a creare il reddito di esercizio, in linea di massima dovrebbe sapere interpretare tutti e tre gli schemi di riclassificazione del conto economico. O, quantomeno, dovrebbe avere un commercialista (o un consulente) in grado di illustrare le differenze di informazioni che si possono ottenere con i tre diversi tipi di riclassificazione.
In fase di redazione del business plan potrebbe rivelarsi una mossa davvero vincente presentare l’analisi di bilancio prospettica effettuata con i tre diversi schemi di riclassificazione, per convincere anche il più scettico dei finanziatori della bontà del piano industriale. Perché, ricordiamo, ancorchè essenziali e sintetiche, le informazioni che si presentano all’interno del business plan devono essere esaustive e precise.