BUSINESS PLAN E OPPORTUNITA’ DI MERCATO

In questo articolo parliamo del business plan e delle opportunità di mercato. Partiamo dall’inizio, e cioè da una cosa che ormai andiamo dicendo da un pò di tempo: la nascita di una nuova iniziativa economica non può prescindere dalla redazione di un piano di impresa all’interno del quale devono essere analizzati (in via del tutto preventiva) tutti gli aspetti strategici e operativi che caratterizzeranno lo start-up della nuova azienda.

La prima analisi che deve essere condotta a livello strategico è indubbiamente quella relativa alle opportunità offerte dal mercato: gli uffici brevetti di tutto il mondo sono pieni di idee innovative, brillanti, tecnologiche etc etc.., ma alcune di essere giacciono negli scantinati degli uffici stessi e non hanno mai reso un euro (intermini di ritorno sugli investimenti) a chi le ha inventate. Perchè accade una cosa del genere? Semplice: non c’è nessuno disposto ad acquistare il nuovo prodotto che si vuole mettere nel mercato. E i motivi per cui nessuno vuole acquistare un prodotto possono essere vari, e di vario genere.

L’immagine che abbiamo inserito in questo articolo parla abbastanza chiaro: si tratta del deserto del Sahara, a simboleggiare il fatto che, per un certo tipo di prodotto e/o servizio, potrebbe non esserci un mercato. Domanda: tu avvieresti un fast-food in mezzo al deserto? Oppure, apriresti un’altra attività economica qualsiasi in questo posto? In linea di massima, la risposta a questa domanda è sempre la solita, scontata: NO! A senso tutti arrivano a  capire in modo intuitivo il perchè: non c’è niente, non c’è nessuno! Cosa apro a fare un’attività in un posto del genere?A chi vendo il mio prodotto? A chi offro il mio servizio? Se non ci sono clienti, chi me li da i soldi per sostenere l’attività? Queste sono tutte domande corrette e anche molto sensate!!

Quello che non si capisce molto bene è per quale motivo, poi, di fronte alle richieste dei dati di mercato necessari per scrivere il piano di marketing all’interno del business plan, tanti imprenditori, neo-imprenditori e aspiranti imprenditori “dimenticano” completamente di pre-occuparsi di questo aspetto strategico fondamentale per la vita di un business; e, quello che è più grave, si”inventano” una serie più o meno credibile di dati di mercato per sostenere la bontà della loro idea di business.

I dati di mercato sono i pilastri su cui dovrebbe poggiare qualsiasi attività d’impresa perchè senza dati di mercato (reali)  si corre un rischio enorme: quello di effettuare investimenti in un mercato che è deserto!! Un mercato, cioe, privo di acquirenti…Inutile ribadire l’ovvio, e cioè che se non ci sono clienti, non esiste business. E, siamo pronti a scommettere, in un mercato privo di clienti non ci saranno nemmeno tanti concorrenti!

Quando parlano di dati di mercato, gli esperti di marketing si riferiscono alla conoscenza di qualsiasi aspetto relativo a quel mercato: in particolare, esistono delle analisi particolari che vengono effettuate all’esterno dell’impresa. Si tratta di analisi sugli aspetti economici, demografici, politici e legali che riguardano un certo territorio. Molti navigatori, nei vari commenti ai vari articoli, ci hanno chiesto se esistono delle leggi di finanza agevolata con cui poter avviare la loro iniziativa economica. A ognuno dei navigatori abbiamo sempre risposto che occorre prima sapere in che Regione risiedono, per poi avere altre informazioni. Perchè a seconda della Regione, ci sono leggi specifiche che privilegiano certi tipi di iniziative economiche piuttosto che altre. E questo è un dato di mercato fondamentale, per sapere se è il caso o meno di avviare una certa iniziativa.

Come è facile intuire, conoscere gli aspetti politico-legali connessi ad un certo mercato e a un certo territorio è un aspetto strategico che può pregiudicare o favorire lo sviluppo di un’iniziativa. Ma non solo: conoscere anche gli aspetti demografici di un territorio è un aspetto essenziale perchè si tratta di conoscere una serie di parametri fondamentali relativi al comportamento dei consumatori di quel mercato, ammesso che di potenziali clienti ve ne siano….

Ecco quindi il perchè del deserto: senza  le informazioni di cui stiamo parlando, diventa sostanzialmente impossibile conoscere gli aspetti rilevanti di un mercato, valutarne le sue potenzialità economiche, conoscerne le possibilità di sviluppo. Tutte queste informazioni vengono inserite nella parte del business plan che prevede la scrittura del piano di marketing. E questo è il motivo per il quale, si all’interno del sito che anche quando parliamo con gli imprenditori, i neo-imprenditori e gli aspiranti imprenditori, non manchiamo mai di far riflettere sulle opportunità che offre un mercato.
Perchè senza opportunità, non c’è business.

 

 

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2 commenti su “BUSINESS PLAN E OPPORTUNITA’ DI MERCATO”

  1. Gli articoli che qui leggo sono molto interessanti; mi preme tuttavia aggiungere questa personale osservazione. Spesso nei piani di marketing, o meglio nei piani strategici di impresa, molti imprenditori alle prime armi addirittura nemmeno considerano elementi fondamentali per la loro attività che poi bruscamente cominciano a scoprire un po’ alla volta e magari in ritardo. Ci sono tanti giovani rampanti che lavorando da dipendenti riescono con facilità e volontà ad imparare bene i trucchi di un mestiere; così, non appena prendono consapevolezza del loro grado di apprendimento e capacità s’arrabattano come matti per cercare di fare impresa; e fin qui nulla da ridire. Poi, quando iniziano la loro brillante attività finiscono per scoprire aspetti e difficoltà che nemmeno lontanamente li avevano sfiorati nell’euforia del momento. E come mai? Perchè troppi, a mio avviso, ancora oggi partono allo sbaraglio e seppur gratificati dalle più rosee aspettative per la bontà e capacità del loro lavoro, trascurano quasi sempre dei passaggi fondamentali nella vita di impresa. Dico questo perchè al più capace degli imprenditori, per esempio, con le più basse nozioni di contabilità non potrai mai chiedergli quanto possa essere consapevole del carico fiscale (tra l’altro non indifferente) che la sua attività gli procurerà in futuro, perchè difficilmente ti saprà rispondere. Molto spesso questo fondamentale aspetto nemmeno viene considerato all’inizio, perchè come da molto tempo sostengo, anche i neo-imprenditori dovrebbe essere portati a seguire corsi formativi prima di cominciare a fare impresa, perchè poi il rischio di fallire per variabili non considerate è elevatissimo in un mercato concorrenziale come quello attuale, e fondare tutto sulla propria capacità lavorativa oggi non è più sufficiente. Dunque, convengo totalmente con quanto scritto nell’articolo in questa pagina.

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    • Ciao Marco,

      bentrovato a commentare nuovamente nel nostro sito con argomentazioni ineccepibili, nei confronti delle quali è inutile specificare il nostro grado di accordo.

      Quello che hai scritto è vero, soprattutto verso la fine: “…anche i neo-imprenditori dovrebbero essere portati a seguire corsi formativi prima di cominciare a fare impresa…”.

      Giusto pochi giorni fa, un nostro cliente è venuto in ufficio perchè a breve usciranno le graduatorie del Comune di Roma per l’ottenimento di finanziamenti per lo start-up di un’attività: circa 400.000 euro di progetto, dei quali la metà finanziati dal Comune (tra agevolato e fondo perduto). Questo cliente fa parte di quella categoria di aspiranti imprenditori che hai citato: giovani con capacità lavorative, ma totalmente all’oscuro di cosa significhi gestire un’azienda.

      All’inizio era tutto entusiasta, pronto alla guerra, carico come una molla. Adesso che potrebbero piovergli addosso 400.000 euro di investimento, la musica è cambiata: iniziano i tremori, le insicurezze, le difficoltà, i dubbi e tutto il resto. In una parola: PAURA!!

      Gli abbiamo assicurato che il nostro lavoro non si limita a scrivere il business plan (come abbiamo già fatto), ma consiste anche nel sostenerlo durante tutto lo start-up. Abbiamo già parlato con direttori di banca, con associazioni di categoria e altre figure e abbiamo predisposto un forte sostegno per avviare il business, poichè a noi interessa poco prendere i soldi della parcella professionale, mentre ci interessano di più altre cose.

      Di fronte a questa PAURA, sono stato costretto a fargli una domanda diretta, dura, difficile. Perchè non sempre le belle parole sono sincere, e non sempre le parole sincere sono belle:

      “MA…TI REGGE LA POMPA?”

      Mi scuso con tutti i lettori del nostro BLOG per questa espressione tipicamente romana e scarsamente professionale, ma il punto è proprio questo: esattamente quello che hai scritto TU.

      Imprenditori non si nasce, ma si diventa (o, per i più fortunati, si eredita…); e il percorso per diventare imprenditori è irto di difficoltà, ostacoli, momenti di defaillance, scoraggiamento, dubbio, stress fisico e mentale.

      Molti pensano che basta andare da un notaio, dargli 2.500 euro per aprire una SrL (o qualsiasi altra forma giuridica) e tutto il resto viene da sè.

      Se fosse così semplice, non avrei scritto questo articolo..

      Io e Paola siamo fortunati, perchè alcune cose le insegnamo nei corsi di formazione: abbiamo tutti e due una laurea in economia e varie specializzazioni. Ma chi non ce l’ha??

      Non resta che la via della formazione.

      PROMESSO, MARCO: a breve provvederemo a organizzare giornate formative “AD HOC” su questa cosa. L’unico punto è: quanti saranno i potenziali partecipanti disposti a investire qualche euro per formarsi?

      Perchè, e anche questa cosa è questione economico-finanziaria, a noi organizzare un corso costa qualche euro e dobbiamo coprire il costo dell’organizzazione, altrimenti diciamo una cosa e ne facciamo un’altra…

      a Presto

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