PARTITA DOPPIA E FINANZA AZIENDALE

Partita doppia
Partita doppia

Qualche navigatore ci ha chiesto se potevamo approfondire il rapporto tra partita doppia e finanza aziendale poiché qualche punto è “un po’” oscuro. Partiamo come al solito dall’inizio dicendo, per onestà del vero, che è poco probabile riuscire a comprendere e (soprattutto) gestire i meccanismi della finanza d’azienda, se prima non si hanno delle solide basi di contabilità, cioè di partita doppia.

Attenzione!! Questo non significa che dobbiamo diventare tutti commercialisti, oppure che dobbiamo frequentare un corso universitario, o andare a fare tre anni di praticantato da un professionista, per capirci qualcosa!!! Assolutamente no…Noi stessi non siamo commercialisti e infatti ne paghiamo uno. Solo che, sempre a onor del vero, per gestire un’azienda e per non deragliare dai binari di una corretta gestione aziendale, la comprensione della finanza è una specie di “conditio sine qua non“. Tutto ciò parte da lontano, più precisamente dalla formazione scolastica.

E adesso cosa c’entra la scuola? C’entra, e anche tanto. Infatti, fatta esclusione per gli istituti professionali e tecnici che suppliscono in minima parte, a scuola nessuno insegna la cultura finanziaria, dove per cultura finanziaria si intende proprio la comprensione del meccanismo sottostante il rapporto che c’è tra lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico, da cui deriva la conoscenza della finanza d’azienda e delle sue regole.

Infatti,  lo Stato Patrimoniale può essere osservato da vari punti di vista: dal punto di vista patrimoniale,  come l’insieme del patrimonio attivo e passivo dell’azienda, in quanto contiene le attività e le passività dell’azienda; dal punto di vista finanziario, come l’insieme delle entrate e delle uscite finanziarie (e finanziario-monetarie). Il Conto Economico è, invece, l’insieme dei costi e dei ricavi dell’azienda. Che relazione c’è tra i due prospetti di bilancio? Semplicemente, che quando c’è un’operazione di gestione (per esempio di acquisto), l’operazione si registra sotto due aspetti: quello economico (in quanto si tratta di un costo) e quello finanziario perché (di solito) un acquisto si paga con una uscita finanziaria. Quindi la stessa operazione di gestione, viene registrata due volte: la prima sotto l’aspetto economico, e la seconda sotto quello finanziario, per lo stesso importo, ovviamente.

Esempio: compro merci per 23.000 euro. Quindi ho un costo di 23.000 euro, che pago con una uscita finanziaria di 23.000 euro. Senza entrare nei meandri della contabilità, questa operazione si registra due volte: sotto l’aspetto economico (costo) e sotto quello finanziario (uscita), sempre per lo stesso importo di 23.000 euro. Questo è il motivo per cui la partita si chiama doppia: perché si registra due volte la stessa operazione!

Essendo impossibile sintetizzare la tecnica della partita doppia e della contabilità in un articolo di un blog, diciamo solo una cosa: la finanza aziendale evidentemente deriva dalla conoscenza di alcune regole “tecniche” della partita doppia proprio perché ci sono di mezzo operazioni di carattere finanziario. Come si fa, infatti, a sapere quali sono le reali condizioni finanziarie dell’azienda se non si conosce il perché la finanza incide in maniera così determinante sulla gestione?

Partita doppia e finanza aziendale: cosa deve sapere l’imprenditore?

Lo ripetiamo: l’imprenditore non deve diventare un contabile, ma siamo convinti che deve sapere almeno l’ABC del funzionamento dei suoi conti! Troppo spesso, infatti, ci capita di parlare con gli imprenditori che ci mostrano i loro bilanci esultando: “Guarda il fatturato: quest’anno è cresciuto del TOT %!!”, come se il fatturato fosse l’unico, vero dato importante della gestione. Per carità: che il fatturato sia in crescita va bene. Ma se io vendo  i miei prodotti per un milione di euro (che sono ricavi) e di questo milione i miei clienti mi devono ancora dare 500.000 euro (che sono entrate finanziario-monetarie), come sta messa la mia situazione finanziaria?

E’ evidente una cosa: se vendo ma non incasso, mancano un po’ di soldi all’appello. E se non incasso i soldi delle mie vendite, dove li trovo i soldi per continuare a gestire la mia azienda? In banca…quindi faccio leva sull’indebitamento e metto l’azienda in condizioni di operare con maggiore difficoltà perché faccio debiti per pagare altri debiti, che è una delle azioni più pericolose che si possono fare nell’ambito della gestione aziendale. E’ una specie di teorema matematico.

Da queste considerazioni escludiamo ovviamente le difficoltà economico-finanziario-monetarie dovute alla crisi in corso a livello mondiale: è chiaro che se non vendo perché i clienti non comprano, non ho nemmeno la possibilità di incassare i miei crediti. Ma in condizioni di normale operatività, il discorso resta in piedi. Che dire di quegli imprenditori che considerano la banca e la cassa della loro azienda un BANCOMAT per le loro spese personali? E che dire di coloro che non sanno quali sono i riflessi finanziari delle loro scelte di investimento? Oppure, ancora: cosa dire di coloro che “aggiustano” i conti economici con le rimanenze finali? Le rimanenze sono nella colonna dei ricavi del Conto Economico, ma non sono dei ricavi: sono delle rettifiche di costo! Che è un po’ diversa, come situazione. Ed esultare perché il “fatturato” è cresciuto del TOT % grazie al “gioco” delle rimanenze, non ci sembra davvero un buon risultato gestionale, anzi…

Conclusioni

Tutte queste considerazioni, più tante altre che possiamo fare, hanno a che fare proprio con la conoscenza di alcuni meccanismi della partita doppia, che poi si riflettono sulla finanza aziendale. Queste considerazioni vanno, poi, riportate anche in fase di redazione del business plan, nella parte del piano economico-finanziario: il quale si chiama in questo modo proprio per via degli aspetti economici che hanno ripercussioni finanziarie sulla pianificazione del business e quindi sulla gestione dell’azienda.

 

Partita doppia

 

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