LE RICERCHE DI MERCATO PER IL BUSINESS PLAN

Le ricerche di mercatoLe ricerche di mercato per il business plan sono uno degli elementi essenziali e più importanti necessari per sostenere la validità del  tuo business plan poiché sono come le fondamenta di un palazzo: rappresentano la base su cui l’imprenditore decide se investire in un certo business oppure no. Tra poco vediamo perché.

E’ opportuno fare le ricerche di mercato per il business plan ogni volta che vuoi lanciare sul mercato un nuovo  prodotto o servizio, oppure ogni volta che vuoi lanciare una nuova impresa. Ma non solo: le ricerche rivelano tutta la loro utilità anche nel caso in cui non ci sono nuove idee o nuove aziende, ma si vuole “entrare” in un mercato profittevole e all’interno del quale già ci sono dei concorrenti.

Questo accade per il semplice fatto che spesso un imprenditore vuole presentare al mercato un prodotto già esistente, ma al quale ha apportato qualche piccola modifica. E’ pieno di mercati che presentano prodotti sostanzialmente uguali, eppure differenti. Basti pensare al mercato delle automobili. Una macchina è una macchina: ha pur sempre quattro ruote e un motore…eppure ogni auto è diversa dall’altra. Quindi? A cosa servono le ricerche di mercato?

Prima ancora di iniziare a pensare alla realizzazione del tuo business plan, e quindi di cercare una sede, di produrre e vendere un prodotto/servizio, è necessario  che  fai una ricerca approfondita sul tuo mercato di riferimento. A questa ricerca dedica impegno, tempo e  risorse così da poter avere chiaro il contesto nel quale  vai ad operare. Attraverso una buona ricerca, riduci al minimo  il rischio che si accompagna alla creazione di ogni nuova impresa, o al lancio di un nuovo prodotto/servizio sul mercato. Le ricerche di mercato per il business plan possono servirti per  confrontarsi con tutti quei fattori che sono in grado di indicarti la  strada giusta da seguire per portare il tuo business plan al successo.

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LA VALUTAZIONE DEL BUSINESS PLAN

la valutazione del business plan
la valutazione del business plan

La valutazione del business plan come viene effettuata? Questa è un’altra domanda che qualche navigatore ci ha posto nel sondaggio on-line e alla quale rispondiamo oggi. Ci dovete scusare, ma il ritardo delle risposte è dovuto al fatto che stiamo analizzando le domande che ci ponete e le stiamo mettendo in una specie di “ordine gerarchico” per numero di richieste. Iniziamo con il dire che il business plan viene valutato in modo diverso a seconda di chi è la persona, o l’istituzione, che lo deve valutare, e aggiungiamo anche che la valutazione del piano di business varia anche a seconda dello scopo per cui viene scritto.

Abbiamo scritto nella home page del sito a cosa serve questo documento e in qualche articolo (e in qualche altra pagina del sito) lo abbiamo paragonato alla bussola che serve al capitanto della nave per mantenere la rotta verso il porto di attracco. Il porto in questione è rappresentato dagli obiettivi dell’azienda e dell’imprenditore e, senza bussola, si rischia di perdere l’orientamento o, nei casi peggiori, di andare a sbattere contro qualche scoglio! Questa è, forse, la ragione principale per cui scrivere un business plan.

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CAPITALE PROPRIO E INDEBITAMENTO: IL LEVERAGE

capitale proprio e indebitamento
capitale proprio e indebitamento

Quale è il rapporto ottimale tra il capitale proprio e l’indebitamento da inserire nel business plan? Questa è una domanda che ci è stata posta nel sondaggio on line da qualche navigatore, e alla quale rispondiamo qui nel blog. Ci scusiamo per la tardiva risposta, ma di domande ce ne avete fatte davvero tante!

Iniziamo con il dire che capitale proprio e indebitamento sono le due voci dello stato patrimoniale che costituiscono la struttura finanziaria dell’azienda, della quale abbiamo già parlato in questo articolo. La struttura finanziaria è costituita dal capitale proprio (che è quella parte dei finanziamenti che l’imprenditore o i soci dell’azienda “mettono” di tasca propria sotto forma di conferimenti, o sotto forma di successivi versamenti) e dai debiti, che possono essere di breve termine e/o di lungo termine. I debiti sono rappresentati da tutti i finanziamenti che l’imprenditore attinge da terzi come: banche, fornitori, finanziarie e altri, e che possono assumere varie forme.

Bisogna specificare anche una cosa: gli stessi debiti per TFR (Trattamento di Fine Rapporto) che l’azienda contrae nei confronti dei lavoratori, fanno parte della struttura finanziaria, perchè rappresentano una voce del c.d. “autofinanziamento” che serve all’impresa per finanziare la sua attività. Ma debiti sono, e debiti restano, poichè prima o poi questi soldi devono essere dati ai lavoratori…

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PARTITA DOPPIA E FINANZA AZIENDALE

Partita doppia
Partita doppia

Qualche navigatore ci ha chiesto se potevamo approfondire il rapporto tra partita doppia e finanza aziendale poiché qualche punto è “un po’” oscuro. Partiamo come al solito dall’inizio dicendo, per onestà del vero, che è poco probabile riuscire a comprendere e (soprattutto) gestire i meccanismi della finanza d’azienda, se prima non si hanno delle solide basi di contabilità, cioè di partita doppia.

Attenzione!! Questo non significa che dobbiamo diventare tutti commercialisti, oppure che dobbiamo frequentare un corso universitario, o andare a fare tre anni di praticantato da un professionista, per capirci qualcosa!!! Assolutamente no…Noi stessi non siamo commercialisti e infatti ne paghiamo uno. Solo che, sempre a onor del vero, per gestire un’azienda e per non deragliare dai binari di una corretta gestione aziendale, la comprensione della finanza è una specie di “conditio sine qua non“. Tutto ciò parte da lontano, più precisamente dalla formazione scolastica.

E adesso cosa c’entra la scuola? C’entra, e anche tanto. Infatti, fatta esclusione per gli istituti professionali e tecnici che suppliscono in minima parte, a scuola nessuno insegna la cultura finanziaria, dove per cultura finanziaria si intende proprio la comprensione del meccanismo sottostante il rapporto che c’è tra lo Stato Patrimoniale e il Conto Economico, da cui deriva la conoscenza della finanza d’azienda e delle sue regole.

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A CHE COSA SERVE IL BUSINESS PLAN?

a che cosa serve il business plan
a che cosa serve il business plan

“A che cosa serve il business plan?”.

Eccola qua! Ti presento la Domanda delle domande! Si, hai letto bene! E’ quella domanda che si pone ogni imprenditore quando qualcuno gli dice “Portami il Business Plan e poi vediamo!”.

Se stai leggendo questo articolo, molto probabilmente è perché sei andato da qualcuno a chiedergli un finanziamento e questo “qualcuno” ti ha detto “Portami il Business Plan e poi vediamo!”. E di conseguenza, ti sei chiesto: “Che cos’è questo business Plan?” E, poi, hai aggiunto: “E, soprattutto: a che cosa serve il Business Plan?

Bene! Se queste sono due delle domande che ti sei poste, sei nel posto giusto! Infatti, in tutto questo sito web parliamo proprio di questo argomento: del business plan. Parliamo dello strumento che, ormai, è diventato fondamentale per ogni imprenditore che vuole il successo della sua impresa. 

Ci riferiamo al documento che ogni imprenditore deve presentare in banca prima di andare a chiedere un finanziamento per la sua impresa. Parliamo di una vera e propria STAR alla quale tutti stanno riconoscendo i meriti che merita! 

Stiamo parlando di quel progetto che ogni imprenditore deve scrivere su carta per convincere qualcuno che la sua idea di business è buona e fa guadagnare soldi! Qualcuno ci ha “rimproverato” del fatto che spacciamo il piano d’impresa come una specie di miracolo che magicamente spalanca le porte delle banche. E ci hanno detto che le banche, al posto delle chiacchere, vogliono i fatti. Cioè: vogliono le c.d. “garanzie reali” a sostegno di un eventuale finanziamento.

Ma cosa sono e a che cosa servono queste garanzie reali? Perché, ancora oggi vengono richieste dalle banche a fronte di un finanziamento che devono concedere?

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COME FARE IL BUDGET DI UN RISTORANTE

Fare il budget di un ristoranteFare il budget di un ristorante. Questa è una delle domande che ci è stata posta più frequentemente dai navigatori del nostro sito che vogliono avviare per la prima volta un’attività di ristorazione e non hanno la minima idea di quale dovrebbe essere il loro punto di partenza. Oltre agli “startupper” (cioè coloro che sono in fase di start-up della loro iniziativa) ci sono anche i ristoratori che svolgono questo lavoro da tanto tempo ma hanno poca dimestichezza con i numeri. Ebbene, in questo articolo tentiamo di dare una risposta sia agli uni che agli altri e cerchiamo di chiarire un po’ di idee. Vediamo di cosa si tratta.

Iniziamo con il dire, forse, la cosa più banale che possiamo dire: per fare il budget del ristorante devi partire dagli obiettivi che hai definito in fase di pianificazione cioè in fase di stesura del tuo business plan. Come abbiamo avuto più volte occasione di scrivere nei nostri articoli, ogni imprenditore dovrebbe, all’interno del suo business plan, definire gli obiettivi di medio-lungo termine  (3-5 anni) che intende raggiungere ed elaborare le strategie per raggiungerli.

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