La valutazione del rischio d’impresa è uno degli aspetti più critici di un’idea di business e deve essere affrontato all’interno del business plan. Infatti, tramite il piano d’impresa, l’imprenditore (o l’aspirante imprenditore) deve chiarire il livello di rischio che sta per assumere nel momento in cui decide di fare un nuovo investimento per un’idea imprenditoriale che gli è venuta.
Una delle prime cose che insegna l’economia aziendale è che il concetto stesso di impresa contiene in se il rischio. Infatti, tecnicamente spesso si parla di “compenso per il rischio d’impresa”. In tal senso senso ci si riferisce al compenso che spetta (o spetterebbe) all’imprenditore per il semplice fatto che “rischia” di suo per organizzare l’azienda.
Vediamo di cosa si tratta e come si affronta il rischio d’impresa.
La valutazione del rischio: gli aspetti generali
Tanto per capire di cosa stiamo parlando, facciamo riferimento ad una delle espressioni più utilizzate quando qualcuno inizia a fare qualcosa che risulta difficile. L’espressione tipicamente utilizzata è: “Sei sicuro di farcela? E’ proprio un’impresa!“.
La parola “impresa“, in se, nell’uso comune, evoca proprio qualcosa di difficile, che richiede applicazione, rischio, sforzo, coraggio e strategia. Lascia immaginare qualche lotta titanica che deve condurre chi vuole fare quel qualcosa e vuole raggiungere qualche suo obiettivo. Riporta alla mente qualcosa di difficile, di arduo, di difficoltoso.
E, di fatto, quando si usa il termine “impresa” di solito lo si utilizza proprio per mettere in luce la difficoltà insita nel voler raggiungere questo obiettivo. Quando vogliamo riferirci a qualcosa che ha un margine di difficoltà e di incertezza, si usa il termine “impresa”. E il suo utilizzo implica il fatto che l'”impresa” potrebbe anche andare male..
La valutazione del rischio e il rischio d’impresa
Margine di difficoltà e di rischio sono quindi insiti nel fare impresa. C’è, però, una bella differenza tra il considerare fare impresa come una partita a poker. Quando si gioca a carte, si spera nella carta “giusta” per vincere la mano o la partita. Quando si fa impresa il rischio di errore c’è sempre ma è un rischio calcolato.
ecco perché, quando si parla di valutazione del rischio, i rischi inevitabilmente legati al fare impresa possono essere scritti nel business plan. Anzi: il suggerimento che possiamo dare è proprio quello di non ignorare il fatto che qualche ostacolo può intromettersi nella realizzazione dell’idea. Nella realtà, questo accade praticamente sempre. Il business plan serve anche per riflettere su eventuali ostacoli e sulle strategie che si possono adottare per superarli o per gestirli. Fare finta che l’idea che si vuole trasformare in un’azienda è priva di ostacoli e possibili rischi non aiuta a prevenire le difficoltà.
Infatti, dopo avere evidenziato la fattibilità e la convenienza economico-finanziaria dell’idea, è opportuno armarsi di sano realismo. In tal senso, occorre considerare gli eventuali rischi ed effettuare la valutazione del rischio connessa all’attività. Ancora una volta, non siamo uccelli del malaugurio!! Siamo solamente persone realiste che hanno a che fare con imprenditori e, negli anni, abbiamo notato che gli imprenditori spesso “dimenticano” di considerare alcuni aspetti critici del loro business.
La valutazione del rischio e l’avviamento dell’attività: le imprese neonate!
Questi aspetti critici vanno, invece, considerati poiché rischiano di compromettere l’attività aperta! Questo accade soprattutto quando si tratta di una neo-impresa appena aperta. Infatti, un neo-imprenditore che ha appena aperto la sua attività corre dei rischi che maggiori rispetto a quelli che corre un’azienda “navigata”. Questi rischi, spesso, sono connessi alla mancanza di esperienze del neo-imprenditore. Altre volte, dipendono dalla mancanza di formazione adeguata per fronteggiarli. In molti altri casi, questi rischi sono collegati all’aspetto emotivo dell’imprenditore il quale è convinto che la sua idea sia la migliore del mercato mentre, invece, non è così.
Insomma, ci sono molti motivi per via dei quali un imprenditore deve affrontare il rischio d’impresa.
Proprio per questo motivo è necessario fare un po’ di attenzione. Evidenziare alcuni rischi all’interno del business plan è un indicatore di consapevolezza (poiché significa che l’imprenditore conosce bene il suo mercato). Ma non solo. E’ un indice di obiettività che può essere sicuramente apprezzato da chi volesse condividere il business, magari con l’apporto di finanziamenti.
La valutazione del rischio: i rischi “interni”.
quando si parla di “rischi interni” si riferisce ai rischi direttamente imputabili all’azienda, all’imprenditore e alla sua organizzazione.
Qualche volta è capitato di parlare con imprenditori (anche navigati) i quali, travolti dall’entusiasmo della loro nuova idea, non hanno minimamente considerato gli aspetti negativi del loro progetto. Ciò è dovuto al fatto che questi imprenditori sono unicamente concentrati sugli aspetti positivi del business. Poi, osservando il progetto in un’ottica più distaccate e meno coinvolta emotivamente, arrivano le sorprese! Infatti, spesso, leggendo un progetto si notano i suoi punti di debolezza e si vedono criticità che ne hanno bloccato l’implementazione.
In questi casi, che fine ha fatto il progetto? Come in un sogno, è finito nel cassetto…
Presentare un progetto come privo di qualsiasi rischio è poco credibile. Al contrario, mostrare consapevolezza dei limiti dell’idea aiuta a trovare la soluzione più efficace. Ma quali sono questi rischi a cui si va incontro e che bisogna valutare?
I rischi connessi al fare impresa sono vari. In generale, si parla di:
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- rischi economici. Sono legati alla possibilità che i ricavi conseguiti non siano sufficienti per pagare tutti i costi sostenuti.
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- i rischi finanziari. Dipendono dalla difficoltà di reperire sul mercato le fonti finanziarie necessarie per lo sviluppo dell’idea di business. Possono dipendere anche dalla mancanza di risorse finanziarie dell’imprenditore;
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- rischi di mercato. Questi possono essere di vario genere. Si va dal rischio stesso del mercato a cui ci si riferisce (alcuni mercati sono più rischiosi di altri), ad un momento di crisi di quel mercato;
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- rischi tecnici. Possono derivare da varie cause come ritardi nella costruzione della sede. Oppure, possono dipendere dalla scarsa qualità della mano d’opera o dalla mancanza di disponibilità di materie prime etc…
La valutazione del rischio: i rischi “esterni”.
Oltre ai “rischi interni” all’azienda (che sono direttamente controllabili dal management), esistono anche dei “rischi esterni”. Questi non dipendono dalla volontà dell’azienda e l’azienda può controllarli poco o solo in parte. Solitamente sono:
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- rischi tecnologici. Dipendono dalla possibilità di non avere a disposizione le tecnologie necessarie, per mancanza di infrastrutture o altro;
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- i rischi commerciali. Dipendono dal fatto che il mercato che si vuole servire non recepisce il prodotto/servizio;
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- rischio-paese. Dipende dalla situazione del Paese in cui si investe. Infatti, può capitare di decidere di fare business in un paese che presenta condizioni non ottimali da vari punti di vista. In tal senso, potrebbero venir meno le condizioni di sicurezza per via di guerre in corso o scelte politiche. Ma questo tipo di rischio può dipendere anche da PIL, dalla presenza (o meno) di agevolazioni per imprese o rischio default Paese etc.
La valutazione del rischio: conclusioni
Quando si scrive il business plan è corretto evidenziare i rischi, ma è esagerato dare loro un’eccessiva enfasi: nel piano d’impresa vanno presentati nella misura giusta: nè troppo, né troppo poco. Una cosa utile da fare nel business plan è la valutazione del singolo rischio utilizzando una scala. Ciò significa dare “i voti” ai rischi che si incontrano, poiché non tutti i rischi hanno lo stesso grado di pericolosità. Quindi, si potrebbe fare ricorso a una scala che tiene in considerazione la valutazione del rischio basata su livelli di rischio. Possiamo, quindi, esprimere una scala dei rischi che parte dal rischio più alto e finisce con quello più basso.
In tal senso, il rischio può essere:
- minimo;
- basso;
- medio;
- elevato e
- massimo.
In fase di redazione del business plan è quindi opportuno tenere presenti i rischi che si corrono e il loro grado di pericolo. Se i rischi vengono considerati nella giusta ottica e dal punto di vista del loro possibile contenimento, chi valuta il business plan può essere indotto a considerare più positivamente l’imprenditore consapevole, piuttosto che l’imprenditore eccessivamente ottimista.
Ciao Giacinto,
bella idea davvero! Molto curiosa: trote salmonate dagli occhi rossi in birmania…!!
Spero che ce la facciate. La determinazione, in certe occasioni, fa miracoli.
in bocca al lupo!
Grazie mille, una vera luce chiarificatrice per redigere il mio BP.
Stiamo cercando finanziamenti per dare forma alla nostra idea: una Azienda per l’estrazione di Trote salmonate dagli occhi rossi nel sud birmania… sarà dura, ma ce la faremo.
Caro Giancarlo,
siamo dei giovani imprenditori, grazie a te la nostra idea forse potrà diventare realtà. Grazie alle nostre waterball finalmente potremo andare a Bergeggi a piedi.
Un Saluto
Kevin Persia
Ciao Kevin,
grazie per il commento che hai lasciato.
Non posso fare altro che farti un enorme “in bocca al lupo” per la vostra idea.
se c’è bisogno di qualsiasi cosa, siamo qui.
Ciao Olinto,
grazie per quello che hai scritto. Se hai bisogno di aiuto, noi siamo qui. Se vuoi, puoi contattarci via mail o ai numeri che trovi nella pagina dei contatti.
In bocca al lupo per il tuo business!
Ho trovato molto aiuto nel consultare il sito e non ho ancora finito, ma vi voglio ringraziare per il momento, avrò di sicuro ancora bisogno di aiuto. Sto preparando un BP per una Miniera di oro in un paese africano per una cordata di imprenditori.
Sarà dura, ma ci proveremo.
Saluti e a presto
Olinto