COME FARE IL BILANCIO DI UNA COOPERATIVA [Prima Parte]

Come fare il bilancio di una cooperativa
Come fare il bilancio di una cooperativa

Per fare il bilancio di una cooperativa devi “dialogare”  con i numeri cioè devi avere a che fare con costi e ricavi,  con investimenti e finanziamenti e con entrate e uscite finanziario-monetarie. Sappiamo che quando si parla di “certi numeri” e  di bilancio, molte persone  possono trovare delle difficoltà legate al ‘fatto che non tutti hanno seguito studi di ragioneria o economici.

Quando il commercialista predispone e  presenta  il  bilancio di fine anno  alla cooperativa, sembra che l’unica effettiva preoccupazione sia: “Quante imposte dobbiamo pagare”? . Questa è una cosa che non accade solo nelle cooperative ma in molte aziende e la conclusione è che l’imprenditore pensa che il bilancio sia uno strumento utilizzato dal commercialista contro di lui, nell’interesse unico dello Stato. Ma le cose, come vedremo tra poco, non stanno esattamente così. Infatti il bilancio non è uno strumento con cui il consulente si diverte a torturare il suo cliente, ma è uno strumento utilissimo ai fini decisionali. Al suo interno si nascondono una serie di dati, notizie e informazioni che sono utilissime per prendere decisioni.

Anzi, sarebbe proprio il caso di dire che le migliori decisioni si prendono con il bilancio sotto mano, ammesso che si sappia come utilizzarlo. Esso diventa quindi un  “termometro” per misurare lo stato di salute della tua cooperativa in base alle scelte e alle decisioni che sono state prese e per decidere quali sono le “terapie” più giuste ed opportune da adottare per la gestione.

Molto spesso il bilancio è considerato solo un insieme di voci incomprensibili con scarsi contenuti informativi. Prendiamo per esempio una voce di bilancio che ha un riflesso sia nello stato patrimoniale che nel conto economico: l’ammortamento. Al di là della conoscenza o meno di tutto quello che ruota intorno all’ammortamento (cose che, tra l’altro, dovrebbero essere conosciute dall’imprenditore o dall’aspirante imprenditore), questo è un concetto che dovrebbe essere considerato in fase decisionale. Supponiamo che hai una cooperativa che si occupa di trasporto disabili e hai deciso di acquistare un nuovo furgone attrezzato il cui costo è 50.000 euro. Se l’ammortamento dura 5 anni (come accade nella prassi), la quota di ammortamento che devi inserire nel conto economico è di 10.000 euro all’anno per cinque anni.

E al di là del fatto che la quota di ammortamento è un costo non monetario, comunque riduce la formazione del reddito di esercizio. Supponiamo poi che hai visto che un altro concessionario vende lo stesso furgone (ma usato di un anno) a 35.000 euro. Cosa fare? In questo caso la quota di ammortamento è di 7.000 euro all’anno, contro i 10.000 di prima. Il che, in fase decisionale, rappresenta una base su cui cui decidere se acquistare il furgone nuovo oppure no. Questo non significa che poi comprerai quello usato piuttosto che quello nuovo: significa che hai uno strumento in più per valutare la tua scelta operativa…

Oltre all’ammortamento, ci sono una serie di voci del bilancio che dovresti conoscere per poter gestire al meglio la tua cooperativa. Nei prossimi articoli, che usciranno subito dopo questo, affronteremo come si fa lo stato patrimoniale e il conto economico di una cooperativa.

Per ora, specifichiamo che il bilancio si compone di tre documenti: il Conto Economico, lo Stato Patrimoniale e la Nota Integrativa.  Conoscere i dati contenuti nel bilancio potrebbe servirti per fare arrivare contributi alle casse delle cooperative sia da parte di enti pubblici che di privati. Perchè? Perchè spesso le cooperative non rendicontano le attività che hanno fatto, mentre invece sarebbe opportuno che quanti più stakeholders possibili venissero a conoscenza delle attività istituzionali della cooperativa stessa.

Utilizzare il bilancio   come strumento  di rendicontazione  è, da una parte, una “verifica” per tutti coloro che hanno sostenuto e finanziato la cooperativa stessa e dall’altra potrebbe convincere altri e nuovi sostenitori piacevolmente colpiti dalla presentazione di prospetti contabili semplici, completi e trasparenti, a contribuire anche loro al raggiungimento dello scopo dell’organizzazione.

Ovviamente, alcune delle “regole” di cui abbiamo parlato in questo articolo e di cui parleremo nei prossimi, sono perfettamente applicabili nel caso ti venisse una nuova idea da inserire all’interno di un business plan. Infatti, questo strumento non è di uso esclusivo delle aziende profit oriented,  ma è uno strumento che sta diventando sempre più valido alleato anche di chi lavora nel terzo settore.

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